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Rifiuti non raccolti: le imprese preparano una richiesta di risarcimento pari all’80% della Tari già pagata

È un dato di fatto che nella Capitale si paga una tariffa dei rifiuti fra le più alte d’Italia. Nonostante l’esborso il servizio “porta a porta” non funziona producendo forti disagi ai commercianti quali spazzatura fuori dagli esercizi commerciali o bidoncini dell’umido non raccolti in base agli orari stabiliti e quindi maleodoranti per giorni all’interno dei locali.


La Cna di Roma ha quindi deciso di farsi carico delle numerose istanze presentate dai vari esercizi commerciali e a breve percorrerà vie legali contro l’azienda municipalizzata. Infatti, come spiegano dal Cna << la legge 147/2013 stabilisce che Tari è dovuta nella misura massima del 20% della tariffa in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione conosciuta dell’autorità sanitaria di danno o pericolo alle persone o all’ambiente>>.

Pertanto spiega il Presidente Michelangelo Melchionno <<la CNA di Roma ha deciso di farsi carico di un’azione collettiva di richiesta di rimborso .I disservizi legati al mancato svolgimento delle mansioni di Ama hanno forti ripercussioni non solo in termini di salute, decoro e anche di percezione dell’utenza che vanno a pesare sul volume degli affari degli imprenditori. Tutto questo non è più sostenibile per le nostre imprese, bisogna procedere ad una reale ed efficace chiusura del ciclo dei rifiuti>>.

Quindi lunedì prossimo è prevista una riunione tra Cna e gli imprenditori che vorranno aderire al ricorso alla presenza di un avvocato dello studio contattato che spiegherà loro l’azione risarcitoria.

L’idea è quella di proporre una class action contro l’azienda: seguendo lo schema statunitense, infatti , di recente con la legge n.31 del 2019 è stata approvata una nuova disciplina delle azioni collettive, più ampia delle precedente (che era all’interno del codice del consumo e dunque solo per i consumatori nei confronti dei produttori)