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Le parole dell’infettivologo Cauda: “Un miglioramento clinico c’è stato, il numero di morti seppur inaccettabile scende”

Il professore Roberto Cauda, infettivologo del Gemelli, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla situazione attuale della pandemia da coronavirus, ma soprattutto sul futuro e sul rientro nelle scuole dei ragazzi.

“Abbiamo focolai distanziati nel tempo, identificati presto, tracciati, trattati. In attesa di un vaccino dobbiamo imparare a convivere con il virus tenendo conto che non è andato incontro a nessuna mutazione. Un miglioramento clinico c’è stato, i casi sono meno impegnativi, meno persone finiscono in rianimazione, il numero di morti seppur inaccettabile scende.
Tra 2 settimane vedremo i risultati di oggi, l’effetto rebound non c’è stato, dobbiamo solo aspettarci possibili focolai da tenere sotto controllo.
Il virus all’aperto circola meno, temperatura secca e raggi ultravioletti riducono la permanenza sulle superfici. Ma bisogna mantenere le misure anticovid, il mare può dare una mano ma non possiamo ignorare che il virus è ancora qui. Tutti ci auguriamo di esserne fuori ma i focolai sono spie che il virus è sotto traccia, forse ha perso forza, non lo sappiamo”.

Continua poi sui giovani:
“Scendere con la famiglia sotto l’ombrellone senza mascherina non è un problema. Dipende quanto uno riesce a mantenere un distanziamento sociale inferiore a un metro. Il problema sono i giovani, a loro è chiesto un senso di responsabilità ulteriore.
La scuola è soprattutto in presenza. Parlare di settembre è prematuro, la situazione epidemiologica può essere della più varia natura ma dobbiamo esser pronti a lezioni in presenza. Vedersi in faccia è un’altra cosa. Bisogna proteggere tutto quel che ruota intorno, famiglie, nonni, la scuola potrebbe essere il cavallo di Troia del coronavirus. Ma credo che anche lei ripartirà come è stato giusto riaprire una nazione”.