Il racconto di una donna positiva al Covid: “La Asl si è dimenticata di me”

Giorgia è una donna di 33 anni risultata positiva al Covid dopo essere tornata da una vacanza in Spagna. Tutto ha inizio il 13 agosto, quando atterra a Fiumicino insieme alla madre; la Spagna non era un paese a rischio in quel momento e non era ancora stato stabilito l’obbligo di tampone al rientro.

Due giorni dopo la Regione Lazio impone tale obbligo e lai si reca al Drive-in del Santa Maria della Pietà per eseguire il test; il risultato arriva il giorno seguente, 16 agosto, quando una dottoressa le comunica la positività al coronavirus e le dice di stare tranquilla in quanto verrà seguita dalla Asl per i prossimi tamponi. Da quel momento il silenzio.

“Quel medico mi disse di stare tranquilla, in isolamento a casa, che sarei stata monitorata costantemente e che dopo 10 giorni mi avrebbero fatto il secondo tampone – spiega Giorgia – invece i giorni sono passati e nessuno si è fatto sentire.
Nel frattempo ho sviluppato i sintomi tipici del Covid, la febbre, la scomparsa del gusto e dell’olfatto e al tredicesimo giorno mi sono decisa a chiamare il mio medico di famiglia per farmi fare la ricetta per un nuovo tampone. Lui era meravigliato perché nessuno lo aveva informato del mio stato.
Quando chiedo al personale tempi e modi per effettuare il terzo tampone, la risposta è stata testuale: “Boh, io non lo so, non so che dirle””.

Solo dopo essere tornata a casa riceve una chiamata da parte della Asl 1:
“Si scusavano per non aver neanche ricevuto la segnalazione da parte della dottoressa che mi aveva dato la notizia del mio essere positiva al Covid-19 – continua – non risultavo nel database delle persone infette, rassicurandomi che nell’arco di uno o due giorni mi avrebbero chiamata per fornirmi l’esito del secondo tampone”.

Tutto tace per altri sette giorni:
“Nessuna notizia da parte loro, invio email a cui non ricevo risposta, chiamo il numero verde regionale e anche loro mi dicono che hanno problemi di comunicazioni, faccio 27 telefonate, registrate, ma non riesco a parlare con nessuno… Infine, dopo due ore mi chiamano per dirmi che il secondo tampone è negativo e mi fissano il terzo che ho eseguito due giorni fa e sto aspettando ancora la risposta”.

La Asl Roma 1 in quei giorni è stata impegnata con i numerosi casi di rientro dalla Sardegna e la grande mole di lavoro avrà sicuramente inciso sull’accaduto. La loro risposta:
“Siamo dispiaciuti per quanto accaduto alla signora e ce ne scusiamo ci dispiace perché a fronte di una risposta rapida data dal sistema che ha individuato prontamente la sua positività mettendola correttamente in isolamento, è mancata una adeguata comunicazione con l’utente il quale ha comunque potuto tramite medico personale e numero verde accedere ai tamponi”.

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