Dire Amin Nour: “Fermata della metro C intitolata a Marincola; grande segnale per il paese”

L’agenzia Dire Amin Nour, tra i fondatori dell’associazione Neri italiani Black italians (Nibi) e membro del movimento Black lives matter – Roma (Blm-Roma), danno voce a quanto deciso dalla sindaca Virginia Raggi in merito all’intitolazione della fermata metro C di viale Amba Aradam a Giorgio Marincola.

“L’annuncio della sindaca Raggi di intitolare la fermata della metro C di viale Amba Aradam a Giorgio Marincola, il partigiano nero, e’ un grandissimo segnale per il Paese: non solo perche’ si ricorda che anche gli italiani neri hanno combattuto nella resistenza e per creare l’Italia che abbiamo oggi, ma anche perche’ si dimostra di voler riconoscere tutti i cittadini, a prescindere dal colore della pelle”.

Le organizzazioni, che si battono per la parita’ dei diritti in Italia, hanno abbracciato sin da subito la petizione lanciata dal giornalista Massimiliano Coccia di dedicare la nuova fermata della metropolitana romana al partigiano italo-somalo, ucciso nel 1945 dai tedeschi mentre combatteva per la liberazione della Penisola. 

Inizialmente la fermata avrebbe dovuto riprendere il nome della via“Amba Aradam” attigua alla stazione, che ricorda la vittoria fascista nell’omonima localita’ etiope nel 1936, raggiunta attraverso l’uso di gas tossici che uccisero oltre 20.000 civili.
Continua Amin Nour:
“La scelta di Raggi dimostra la volonta’ di fare i conti col passato: fa ben sperare anche rispetto ad un’altra nostra battaglia politica: l’approvazione della legge per lo ius culturae”.

Conclude infine:
“Prima hanno respinto l’intitolazione a Marincola, poi ci hanno proposto di entrare a far parte di un’iniziativa per valorizzare la memoria di Marincola. Ma abbiamo detto no- chiarisce Nour- perche’ e’ finito il tempo della politica che strumentalizza gli italiani neri solo per poter dire ‘anche i neri sono con noi.
È con gesti duraturi come l’intitolazione della fermata a Marincola che si combattono le discriminazioni, includendo le seconde generazioni, perche’ si permette a loro di sentirsi inclusi in un capitolo della storia italiana. E’ un concetto che va ben oltre il discorso del razzismo”.

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