Condanna per quattro ultras per gli scontri a Ponte Milvio per la finale di Coppa Italia

Prime sentenze per la guerriglia urbana scatenata nel maggio 2019 a Ponte Milvio da trecento tifosi e ultrà biancocelesti poco prima della finale di Coppa Italia fra Lazio e Atalanta. Dei tredici identificati, ieri quattro hanno patteggiato una pena a 10 mesi di reclusione e altri cinque hanno presentato richiesta di abbreviato. Per ulteriori cinque ultrà, tra cui gli Irriducibili Ettore Abramo e Aniello Marotta, si profila invece il rinvio a giudizio. Ha retto finora la ricostruzione della procura. Per il pm Eugenio Albamonte, titolare dell’indagine, si era trattato di un caos voluto. La guerriglia urbana sarebbe stata studiata nella sede di via Amulio e messa in atto a Ponte Milvio, tra passanti terrorizzati e in fuga.

LE PENE CONCORDATE
Hanno scelto di patteggiare la pena e uscire dal processo Luca Antonini, Daniele Piselli, Simone Mingarella e Alberto Pasquali. Antonini, su cui gravava una recidiva specifica, assistito dall’avvocato Lavinia Lucaroni, in fase di indagini si era difeso specificando di essere «solo un tifoso, non legato a frange, che si era ritrovato casualmente nell’area degli scontri».

I reati contestati vanno dal danneggiamento alla radunata sediziosa, fino a violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, ma anche lancio di materiale pericoloso, scavalcamento e invasione in occasione di manifestazione sportiva. I tifosi più facinorosi sarebbero risultati Ettore Abramo e Aniello Marotta, entrambi appartenenti agli Irriducibili e vicini all’ex capo della curva biancoceleste Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, ucciso a colpi di pistola nel parco degli Acquedotti. Su entrambi pende una richiesta di rinvio a giudizio, al vaglio del gip Angelo Giannetti, con l’accusa di incendio per aver lanciato dentro una vettura della Polizia di Roma Capitale, in servizio di controllo del traffico, un fumogeno acceso.

Fonte: Il Messaggero

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