Salario minimo, perché il governo non è favorevole alla proposta delle opposizioni

La premier Giorgia Meloni torna online con la rubrica Gli appunti di Giorgia e parla dell’ultimo Consiglio dei ministri e non solo. 

Affronta anche il tema del salario minimo in vista della riunione con le opposizioni che si terrà venerdì 11 agosto, del reddito di cittadinanza e del Pnrr.

Stiamo vivendo una fase economica e finanziaria complicata”, causata anche dall’inflazione che sta investendo l’Europa intera, e alla quale la Bceha risposto on un intervento del quale possiamo anche discutere…”. 

Salario minimo, perché il governo non è favorevole alla proposta delle opposizioni
Salario minimo, perché il governo non è favorevole alla proposta delle opposizioni (Screenshot di Facebook) – roma.cityrumors.it

In questo contesto difficile, aggiunge, “è fondamentale che il sistema bancario si comporti nel modo il più possibile corretto. Stiamo registrando utili record e abbiamo deciso di intervenire introducendo una tassazione del 40% sulla differenza ingiusta del margine di interesse. Una tassazione che è non una tassa su un margine legittimo, ma una tassa su un margine, appunto, ingiusto”. Da qui quindi, la decisione del governo di tassare gli extraprofitti delle banche.

Le risorse che arriveranno finanzieranno “le misure a sostegno delle famiglie e delle imprese” che stanno vivendo “un momento di difficoltà per l’alto costo del denaro”. 

“Perché non ho accolto la proposta sul salario minimo delle opposizioni”

Perché e io stabilissi per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, che inevitabilmente si collocherebbe nel mezzo. E allora il salario minimo potrebbe rischiare di essere più basso del minimo contrattuale previsto e rischierebbe di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo peggiorando molto di più i salari rispetto a chi li migliora”, ha detto la premier Giorgia Meloni.

Durante la riunione con le opposizioni che si terrà il prossimo venerdì, “apriremo un confronto”. E “capiremo se c’è il margine di presentare insieme una proposta seria contro i salari bassi che possa fornire i parametri salariali per i lavoratori non coperti dalla contrattazione collettiva, che possa aumentare i controlli per contrastare il lavoro irregolare, i falsi contratti part time e altri reati del genere, e speriamo che su questo si possa arrivare a una risposta seria condivisa e che migliori complessivamente le condizioni dei lavoratori italiani e non migliori quelle di alcuni, peggiorando quelle di altri”. 

Rdc, Meloni: “Non torniamo indietro”

Rdc, Meloni: "Non torniamo indietro"
Rdc, Meloni: “Non torniamo indietro” (Ansa Foto) – roma-city.rumors.it

Il governo non intende tornare sui suoi passi sul reddito di cittadinanza”. L’obiettivo, spiega Meloni in diretta Facebook, è passare dal “rdc al Reddito di occupazione, cioè che si ottiene grazie al lavoro”. 

Le stime di chi avrebbe perso il sostegno erano di 300mila persone e invece lo hanno perso in 112mila: “Ragionevolmente significa che hanno già cominciato a lavorare perché sapevano che ad un certo punto non avrebbero più potuto contare sul reddito e si sono rimboccate le maniche e hanno cominciato a cercare un lavoro che hanno trovato”. 

Meloni difende il governo dall’accusa che la revoca del rdc sia avvenuta improvvisamente: “È falso. Non solo quello che è stato fatto è scritto nel programma del centrodestra”. Ma “è inserito nella legge di bilancio varata a dicembre e tutti ne erano a conoscenza”.

Pnrr: “Non perderemo i fondi come qualcuno sperava”

L’Italia nel 2023 beneficerà di 35 miliardi del Pnrr, l’Ue conferma che alla fine dell’anno avrà tutte le risorse previste con buona pace di chi sperava che le perdesse o ne perdesse una parte”. 

Siamo molto soddisfatti per questi risultati ottenuti, avevamo promesso che l’Italia non avrebbe perso un euro, che le cose sarebbero andate bene, i nostri progressi e sforzi sono riconosciuti e se a qualcuno dà fastidio che l’Italia abbia questi successi, noi continueremo a non risparmiarci”, aggiunge la premier Meloni nella sua rubrica Gli appunti di Giorgia.

La lotta alle mafie

Nel Consiglio dei ministri di lunedì, “abbiamo approvato una norma che evita ogni incertezza nei processi e che consente di impedire che processi aperti perché legati alla mafia finiscano nel nulla”. Questa azione, sottolinea la premier, “non è la prima” e mostra “quanto il governo sia determinato” contro “il cancro della criminalità organizzata”. 

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