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Politica

Il passo indietro di De Angelis: il nuovo post sui social sulla strage di Bologna

Il capo comunicazione istituzionale della Regione Lazio scrive un nuovo post su Facebook, ribadendo la sua posizione dopo le polemiche

Le sue parole, nel giorno della commemorazione della strage di Bologna, hanno creato imbarazzo e polemiche, tanto da portare la leader del Partito Democratico e numerosi esponenti delle opposizioni a chiedere le sue dimissioni. Marcello De Angelis, capo della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, aveva scritto un post sui social lo scorso due agosto, ribadendo il suo pensiero sulla strage di Bologna.

Marcello De Angelis, il nuovo post sui social sulla strage di Bologna – Cityrumors.it

Le sue parole, scritte su Facebook, hanno scatenato la bagarre politica. “Il 2 agosto è un giorno molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia – aveva scritto De Angelis –  che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze). La differenza tra una persona d’onore e uno che non vale niente è il rifiuto di aderire a versioni di comodo quando invece si conosce la verità. E accettare la bugia perché così si può vivere più comodi. Intendo proclamare al mondo che Cristo non è morto di freddo e nessuno potrà mai costringermi ad accettare il contrario. Così come so per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e ‘cariche istituzionali’”.

Il centro sinistra è insorto, chiedendone le dimissioni. Anche il governatore del Lazio Francesco Rocca ha ribadito:La mia posizione l’ho espressa con chiarezza con il comunicato rilasciato ieri pomeriggio. De Angelis ha commesso un errore importante nel parlare in termini di certezzaanche seha parlato a titolo personale e questo ancora una volta ci tengo a chiarirlo”, ha proseguito il presidente della Regione Lazio a margine di un evento a Latina annunciando: “Oggi mi confronterò con lui”.

Il post di De Angelis: “Chiedo scusa”

Il diretto interessato ha fatto un passo indietro, chiedendo scusa sui social. “Negli ultimi giorni ho espresso delle riflessioni personali sul mio profilo social, che sono invece diventate oggetto di una polemica che ha coinvolto tutti. Intendo scusarmi con quelli – e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine – a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili”, ha ribadito  Marcello De Angelis.

Il capo della comunicazione istituzionale del Lazio Marcello De Angelis – Cityrumors.it

Il capo della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, in relazione alle polemiche nate dai suoi post su Facebook degli ultimi giorni, ha poi ribadito la fiducia nell’esame degli atti desecretati inerenti al periodo in cui si inserisce l’atto stragista. “Nel ribadire il mio rispetto per la magistratura – scrive ancora De Angelis su Facebook -, composta da uomini e donne coraggiosi che si sono immolati per difendere lo Stato e i suoi cittadini, ritengo che tutti abbiano diritto a una verita’ piu’ completa possibile su molte vicende ancora non del tutto svelate. Ho appreso che l’attuale governo, completando un percorso avviato dai governi precedenti, ha desecretato gli atti riguardanti il tragico periodo nel quale si colloca la strage del 2 agosto 1980: mi auguro che l’attento esame dei documenti oggi a disposizione permetta di confermare, completare e arricchire le sentenze gia’ emesse o anche fare luce su aspetti che, a detta di tutti, restano ancora oscuri”.

“Ribadisco le mie profonde scuse – conclude – nei confronti di chi io possa aver anche solo turbato esprimendo le mie opinioni. Anche se rimane un mio diritto, prima di scrivere e parlare bisogna riflettere sulle conseguenze che il proprio agire puo’ avere sugli altri. Viviamo per fortuna in una societa’ civile in cui il rispetto degli altri deve essere tenuto in conto almeno quanto la rivendicazione dei propri diritti”.