Tensione sulla via Appia: nuovo blitz di Ultima Generazione

I manifestanti hanno bloccato la strada sedendosi a terra e srotolando un lungo striscione. Proteste e tensione con gli automobilisti

All’indomani della decisione della Procura di Roma, che ha  chiuso la maxi inchiesta sul movimento ambientalista di Ultima Generazione, contestando ad una dozzina di persone il reato di interruzione di pubblico servizio, si verifica un altro clamoroso atto, con i manifestanti in azione questa mattina in una delle vie più trafficate della capitale e nell’ora di punta.

I manifestanti di Ultima Generazione hanno bloccato la via Appia questa mattina, fermando decine e decine di automobilisti che si recavano al lavoro – Roma.Cityrumors.it

Ultima Generazione torna all’opera e lo fa bloccando il traffico sulla via Appia. Intorno alle ore 8.15, nel momento in cui centinaia di automobilisti stavano andando al lavoro o ad accompagnare i figli a scuola, gli attivisti si sono messi all’opera all’altezza di Via Albano, impedendo il passaggio delle automobili e srotolando un lungo striscione. “Nel 2100 le coste italiane saranno sommerse dall’innalzamento dei mari”, ha urlato uno dei manifestanti. Il blocco del traffico veicolare è durato diversi minuti, fino a quando sono arrivate le forze dell’ordine che hanno sgomberato la carreggiata e portato le persone in questura per gli accertamenti necessari.

Presenti anche i funzionari della Digos. Alcuni responsabili delle forze dell’ordine hanno trascinato i manifestanti ai bordi delle strade, tra l’entusiasmo delle persone che erano ferme in mezzo alla strada. Nessun ferito e nessun problema ai manifestanti, nonostante le decine di automobilisti esasperati che erano rimasti fermi, impossibilitati a recarsi nel loro posto di lavoro o ad accompagnare i figli a scuola.

Sui social, nel profilo Instagram ufficiale dell‘Organizzazione Ultima Generazione è apparso in mattinata questo messaggio: “Nuovo blocco stradale per chiedere un “Fondo Riparazione” permanente di 20 miliardi di euro per i danni causati agli italiani dalla crisi climatica”. RomaToday, riprende le dichiarazioni di uno dei manifestanti: “Qualcuno ha il coraggio di mettersi in strada a manifestare con tutti i rischi che comporta l’azione. – ha dichiarato -. Le persone sanno quali sono le conseguenze di investire nei combustibili fossili, sanno che il cambiamento climatico è distruttivo e reale. Quello che non sanno è che le cose possono andare diversamente. Sono convinti che il mondo sia questo ed è impossibile cambiarlo. Si sbagliano, è nostro diritto decidere”.

Le indagini della Procura

Decine e decine di automobilisti sono rimasti bloccati sulla via Appia questa mattina, dopo la protesta degli attivisti di Ultima Generazione – Roma.Cityrumors.it

In Procura, nel frattempo, continuano ad essere presenti decine di fascicoli sui manifestanti, che negli ultimi mesi si sono resi protagonisti di diversi blitz: sul Grande Raccordo Anulare, sulla Tangenziale di Roma e in numerose vie tra le più trafficate della capitale. In tutte le occasioni si è verificato un blocca del traffico. Nel frattempo è arrivata una condanna di circa 600 euro per tre rappresentanti del Gruppo Ultima Generazione, che nel mese di aprile si sono resi protagonisti del danneggiato del locale l’Eni Store in via degli Ammiragli, a Roma. I tre sono stati processati con il rito abbreviato e condannati per il reato di violazione della legge sulle armi.

Il post sui social

Ultima Generazione ha rivendicato la manifestazione sui social, postando le immagini della protesta e spiegando l’obiettivo: “Chiedere al Governo di istituire un fondo di riparazione da 20 miliardi che vada a riparare i danni, sempre maggiori, causati dagli eventi estremi come alluvioni, frane, grandine, trombe d’aria e incendi. Questa mattina alle 8:17 cinque cittadine e cittadini aderenti alla campagna FONDO RIPARAZIONE, promossa da Ultima Generazione, hanno effettuato un’azione di disobbedienza civile a Roma, sedendosi sulle strisce pedonali in via Appia Nuova, all’incrocio tra via Priora e largo dei Colli Albani.
 Si chiede, inoltre, che questi 20 miliardi vengano presi proprio dai SAD (sussidi ambientalmente dannosi), dagli stipendi dei politici e dei manager delle industrie energivore partecipate dallo Stato, dalle spese militari e dagli extra-profitti delle compagnie petrolifere.

Le dichiarazioni dei manifestanti

I colossi del combustibile fossile sanno e sapevano, i rapporti sul clima di Eni dimostrano che fin dagli anni ’70 sapevano, e all’epoca Eni era interamente controllata dallo Stato, che per l’ennesimo volta si dimostra COMPLICE nel collasso sociale ed ecoclimatico.
È ora di dire basta, i Governi del nostro paese devono cominciare a rimediare.
“Sono di Firenze, città che sta investendo tutto per diventare un città parco giochi e una vetrina per ricchi. Abbiamo bisogno di fondi per la ricostruzione, di istituire meccanismi di solidarietà collettiva[…] Scendo in strada perché non basta più solo leggere ed informarsi, dialogare con tutti ed essere carini e coccolosi; la scienza da decenni insiste sulla necessità di cambiare e non è mai stata ascoltata.” ha aggiunto Sam.

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