Roma, epidemia di Klebsiella al Tor Vergata: tre medici indagati per 9 morti

Un pericoloso batterio aveva provocato 9 morti al policlinico Tor Vergata di Roma nel 2017, oggi è scattata la richiesta di rinvio a giudizio per alcuni medici

Una brutta storia di malasanità accaduta nell’estate del 2017 quando, al Policlinico Tor Vergata di Roma, ci furono quarantasette ricoverati, dodici infettati e nove morti, tutti a causa del batterio killer della Klebsiella, che in quei giorni si era diffuso nel reparto di terapia intensiva del nosocomio romano.

Medici indagati per omicidio colposo – Roma.Cityrumors.it –

 

Dopo le indagini svolte dagli inquirenti in questi anni sono stati rinviati a giudizio tre medici della struttura, accusati di negligenza. Il reato ipotizzato nel rinvio a giudizio è quello di epidemia colposa.

Il batterio killer

Tra l’1 giugno e il 30 agosto 2017, nel reparto di Terapia intensiva del policlinico di Tor Vergata, diciassette pazienti su quarantasette ricoverati contrassero la Klebsiella, un batterio molto aggressivo e resistente agli antibiotici, purtroppo troppo spesso presente negli ospedali. Di quelle diciassette persone, in nove persero la vita. I familiari delle vittime si riunirono per sporgere denuncia presso le autorità locali. Nello specifico, tutto cominciò con i primi due pazienti deceduti per l’infezione misteriosa. Uno dei pazienti venne ricoverato per una polmonite con versamento pleurico il 26 giugno 2017 e il 15 luglio contrasse un’infezione batterica che costrinse il personale medico a sottoporlo a dialisi per un problema insorto ai reni, l’uomo morì un mese dopo. Il secondo paziente, invece, fu ricoverato il 13 giugno 2017 per un trauma cranico e durante la degenza contrasse il batterio killer, che causò la sua morte il 13 agosto 2017.

Il batterio killer nel reparto di terapia intensiva – Roma.Cityrumors.it –

La chiusura delle indagini

L’infezione da klebsiella è una delle più comuni che si possono contrarre in ospedale. Il batterio aggredisce infatti gli organismi immunodepressi. L’infezione si propaga per contatto cutaneo, ma anche tramite il contatto con superfici contaminate o attraverso l’aria. Dalla denuncia delle famiglie delle vittime ne scaturì un’inchiesta che in questi giorni ha portato al rinvio a giudizio di tre medici: l’allora direttore sanitario, la responsabile del reparto di terapia intensiva e la coordinatrice infermieristica. Dopo una prima richiesta di archiviazione, il gip ha però disposto nuove indagini e la formulazione di un capo di imputazione per quanto riguarda l’ipotesi di epidemia colposa per non aver adottato le corrette misure per evitare la diffusione del batterio resistente agli antibiotici. Una volta appreso della positività al batterio Klebsiella pneumoniae di un paziente, questi non avrebbero applicato tutte le azioni di prevenzione fondamentali per evitare il contagio. Non ci sarebbe stato l’isolamento dei pazienti infetti, né sarebbero stati eseguiti i tamponi obbligatori per la ricerca del patogeno.

Impostazioni privacy