Video a luci rosse rubato a una dipendente: licenziata. La A.s. Roma nella bufera

Un’impiegata 30enne è stata licenziata in tronco dalla società giallorossa per un filmato che un giovane della Primavera le ha preso dal cellulare e mandato online

Al contrario del positivo momento che la squadra sta attraversando sul campo, sotto la nuova guida tecnica di Daniele De Rossi chiamato a sostituire il tecnico portoghese Mourinho, la società della famiglia Friedkin è salita agli onori della cronaca per come avrebbe gestito un clamoroso caso di revenge porn che ha visto vittima una giovane dipendente costretta a lasciare il suo posto di lavoro invece di essere tutelata diversamente.

Bufera sulla Roma – Romacityrumors.it –

 

La squadra è in Inghilterra dove questa sera sarà chiamata a difendere la brillante vittoria ottenuta all’andata contro il Brighton di Roberto De Zerbi, negli ottavi di finale di Europa League. Un 4-0 che dovrebbe comunque garantire una partita relativamente tranquilla e permettere di continuare il cammino nella competizione europea che lo scorso vide la Roma arrivare fino alla finalissima persa contro il Siviglia.

Un caso di Revenge porn

La As Roma nella bufera. Ma questa volta non c’entrano i risultati sul campo che, dopo l’avvicendamento sulla panchina tra De Rossi e Mourinho, sembrano ora procedere spediti, e neanche per questioni finanziare che da anni affliggono i bilanci della società, bensì per il clamoroso caso uscito oggi sui media di una giovane dipendente di 30 anni, licenziata in tronco dopo la diffusione di un video a luci rosse girato insieme al fidanzato e che un giocatore della squadra Primavera, le avrebbe rubato dal suo cellulare e fatto girare nelle varie chat di gruppo di WhatsApp. La donna è stata così licenziata per incompatibilità ambientale, ma quello che emerge clamorosamente dalla vicenda è che lei è vittima di un caso di revenge porn.

Un caso di revenge porn – Romacityrumors.it –

 

La confessione del giovane calciatore

Secondo quanto è stato ricostruito su alcuni media nazionali, la vicenda inizia quando il giovane calciatore avrebbe chiesto alla ragazza il cellulare in prestito per chiamare il suo procuratore e poi “rubare” il video facendolo così girare nella chat dei compagni di squadra, video che poi è arrivato anche a qualche tecnico e dirigente delle giovanili giallorosse. In seguito, il giocatore, reo di aver violato la privacy della donna, avrebbe confessato tra le lacrime di essere lui il responsabile del primo invio che avrebbe poi innescato tutto il meccanismo, ma nonostante questo la società ha deciso di interrompere unilateralmente il rapporto di lavoro con l’impiegata in forze al club da più di 10 anni e per di più tifosissima romanista. Un trattamento davvero inconcepibile per una società di questo livello, con un management internazionale, guidata per di più da quasi un anno da una donna come la Ceo greca Lina Souloukou. La ragazza si è rivolta a un avvocato per far valere i propri diritti nei confronti della società giallorossa.

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