Lazio, Luis Alberto: “La Lazio è tutto e Roma è la mia seconda città”

Il centrocampista andaluso si racconta in una lunga intervista in cui ha parlato del suo modo diverso di interpretare il calcio, il rapporto con Sarri e del suo attaccamento alla città e alla Lazio

Nel momento difficile passato dalla squadra di Maurizio Sarri in questo inizio di stagione lui è stato quello che ha provato a trascinare i compagni oltre l’ostacolo. Perchè oggi ha trovato l’equilibrio giusto per avere quella continuità in campo che forse è sempre mancata. Luis Alberto si è raccontato in un’intervista al Corriere dello Sport, ricordando i momenti difficili vissuti all’inizio dell’avventura con la maglia della Lazio fino a oggi che è diventato il leader della squadra.

Luis Alberto faro della Lazio – Notizie.top – Ansa foto

Un ruolo riconosciuto in campo da tutti.Me lo sono preso io, da solo, perché penso che così debba essere. Sono nella Lazio da anni, oggi mi sento più maturo, completo, devo aiutare un po’ di più. Con Sarri ora è tutto ok: “Io e lui siamo molto simili. Proprio per questo abbiamo vissuto momenti un po’ così. La mia testa andava da una parte, la sua da un’altra. Un allenatore deve pensare al bene del gruppo e non tutti gli allenatori, in certi momenti, sanno gestire alcuni giocatori. Ne abbiamo parlato, tranquillamente. L’anno scorso si è presentato dopo dieci giorni, senza aver visto nessuno, per la preparazione di novembre e dicembre, con il campionato fermo per il Mondiale. Io volevo il Cadice, ritrovare la migliore condizione fisica, giocare. Lui avrà notato qualcosa di diverso in me e mi ha detto “tu non vai da nessuna parte, se ti alleni bene giochi sempre”. Da gennaio in avanti è cambiata la musica e anche la mia testa”. 

Un carattere atipico

Carattere particolare, definito ribelle, ma la spiegazione è un’altra. Ha bisogno di sentirsi vivo, di provare gli stimoli giusti, è in quello che si sente a suo agio e rende ancora di più. “A volte lo faccio apposta ad alzare un po’ di polvere, specie quando cerco una motivazione extra. Mi piace fare un po’ di casino, mi piace provare quella tensione, quelle sensazioni. A volte mia moglie mi dice: devi fermarti, non andare oltre. Io sono così, se voglio fare una cosa la faccio, non mi curo degli effetti. Se penso che una cosa sia giusta per me, è impossibile fermarmi”. E’ successo anche nel rapporto con Sarri, l’allenatore che siede attualmente sulla panchina della Lazio, anche perchè non si riconosce più di tanto nel calcio attuale. Il calcio è cambiato. Non è un calcio che mi piace tanto, però è così. Tanti allenatori vogliono giocatori di un metro e novanta con un fisico impressionante, non sono io quel genere di atleta. Più dell’atletica conta la testa, no? Sono obbligato a giocare con la testa perché, come ti ho detto, se guardi il mio fisico non è proprio il massimo, non ho un muscolo. E non ho nemmeno una corsa bellissima. Però, come dico sempre, alla fine tutto sta nella testa e se la mia testa corre più veloce e libera non ce n’è per nessuno”.

Luis Alberto e Maurizio Sarri – Roma.Cityrumors.it – Ansa foto

Il simbolo resta Ciro Immobile

Dopo l’addio di Milinkovic Savic, ora in campo deve per forza di cose prendersi ancora più responsabilità, anche se il punto di riferimento per tutti, resta il bomber. “Non mi sono liberato di Sergej, e non è che non mi manchi un po’. Però è vero che nei sette anni passati insieme eravamo noi a doverci prendere delle responsabilità, mentre adesso, con tanti nuovi, devo fare per due. Sono nella Lazio da anni, oggi mi sento più maturo, completo, devo aiutare un po’ di più. L’immagine della Lazio è comunque Immobile, è l’emblema. Su di me sono anni che sento voci, buone, cattive. Non mi sfiorano né le une, né le altre. Io sono così, sono un po’ strano”. La Lazio oramai gli è entrata dentro, ha comprato casa a Roma e i suoi figli si sentono più romani che spagnoli, ecco perchè si è legato praticamente a vita con i colori biancocelesti, fino al 2028. Per me la Lazio è tutto, è la seconda casa. Roma sarà per sempre la mia seconda casa, ne ho una di proprietà anche per questo motivo. I miei figli vogliono restare qui, sono romani. In estate hanno trascorso un mese in Spagna, non vedevano l’ora di rientrare a Roma. Dicono che questo è il loro posto. Mia moglie è felice, ed è la cosa più importante. Qui abbiamo tutto quello che desideriamo”. 

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