Sapienza: incatenati e senza mangiare, continua la protesta degli studenti. La decisione del giudice sugli arrestati

Le ragazze e i ragazzi dei collettivi, che da tre giorni erano in presidio permanente con le tende all’interno dell’università La Sapienza, ora si sono incatenati e hanno annunciato lo sciopero della fame

Una giornata di dure proteste sfociata in scontri importanti tra circa 300 studenti, in corteo all’interno della stessa città universitaria, e le forze dell’ordine. Nel momento in cui il lungo serpentone di giovani è uscito dal perimetro dell’Università e ha cominciato a marciare in strada è scoppiata una guerriglia con la Polizia che ha portato a due arresti e diversi feriti, tra cui alcuni agenti di polizia, studenti fermati e respinti con scudi e manganelli dalle forze dell’ordine.

Scontri alla Sapienza – Romacityrumors,.it –

 

Una protesta, quella degli studenti dei collettivi, che va avanti da mesi dopo la decisione da parte della rettrice dell’Università di organizzare dei dottorati di ricerca tra le università italiane e quelle israeliane, alla luce dei fatti del 7 ottobre scorso e della ripresa degli scontri tra Israele e Hamas. Proprio ieri infatti era prevista una decisiva riunione del Senato accademico e per questo motivo il collettivo si era riunito fuori dal rettorato in attesa della decisione.

Il presidio è diventato una protesta permanente

Prosegue la protesta degli studenti in attesa di una decisione definitiva da parte del Senato accademico e della rettrice dell’Università La Sapienza di Roma sulla loro richiesta di interrompere la collaborazione con gli atenei israeliani, ma ora il presidio con le tende dei giorni scorsi, all’interno della città universitaria, è diventato qualcosa di ancora più duro e alcuni giovani si sono incatenati e hanno cominciato uno sciopero della fame. In mattinata tra l’altro si era svolto un sit-in davanti al tribunale di Roma di Piazzale Clodio dove si sarebbe svolto il processo per direttissima ai due studenti arrestati dalla Polizia durante gli scontri di ieri sera. Ai due studenti è stato confermato l’arresto, ma entrambi sono stati scarcerati e condotti ai domiciliari. 

Confermato l’arresto

Il giudice del tribunale monocratico della Capitale ha convalidato gli atti urgenti di polizia, ma ha disposto la scarcerazione. Si tratta di un ragazzo di origini straniere di 29 anni e di una ragazza italiana di 27 che avrebbe ferito un dirigente del commissariato. Nei suoi confronti l’accusa è di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Il processo è stato fissato per il 23 maggio. Nel frattempo non si placano le proteste e le reazioni agli scontri con le forze dell’ordine. “Si è trattato di un corteo interno alla città universitaria quindi è nostro diritto di protestare in modo pacifico”, ha dichiarato uno dei ragazzi del collettivo ai nostri microfoni. “Si tratta di un quartiere interno alla città universitaria, la nostra città universitaria, dove la Costituzione ci permette di muoverci in uno spazio in cui noi stavamo protestando in modo pacifico. Le stesse macchine erano parcheggiate sui marciapiedi in punti in cui non ci dovevano tecnicamente essere, noi quando siamo stati attaccati dalla Polizia stavamo uscendo pacificamente dalla città universitaria, da un cancello aperto e libero al passaggio di chiunque. La questione dei poliziotti feriti è molto difficile da comprendere, visto che parliamo di persone che indossano scudo, casco e manganello rispetto a noi che marciavano senza nulla di protettivo addosso. Noi non sappiamo materialmente come questi poliziotti siano rimasti feriti, anche perchè non ci è stato comunicato”.

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