Viaggio nella la protesta degli Ncc: “Siamo diversi dai Taxi, perchè hanno paura della nostra concorrenza?”

Alla luce delle ultime proteste da parte degli autisti del noleggio senza conducente, abbiamo cercato di capire i motivi di tanto malcontento da parte di un’intera categoria

Quella di ieri per le vie della Capitale è stata soltanto una delle più eclatanti forme di protesta che gli autisti del settore Ncc, o Noleggio con conducente, hanno messo in atto. Una battaglia che va avanti da molti mesi contro i famosi provvedimenti contenuti nel “Decreto Salvini’ che dovrebbero regolare il settore e fare finalmente chiarezza. Ma che invece, secondo le associazioni di categoria, introdurrebbero soltanto obblighi e divieti discriminatori che avrebbero l’effetto di favorire i taxi e rendere il lavoro delle “auto nere” praticamente impossibile.

La protesta degli Ncc – Romacityrumors.it –

 

Una battaglia infinita

Gli Ncc hanno sfilato lentamente, con un corteo di 25 macchine in stile protesta dei trattori, dall’EUR a Piazza della Repubblica per dire no alle misure che, a loro giudizio, penalizzerebbero il settore a favore dei tassisti. Sono arrivati da tutta Italia nella Capitale per dare vita a un presidio fisso che andrà avanti fino a quando i lavoratori non verranno ascoltati dal Governo. A organizzare la manifestazione le più importanti sigle dei Noleggi con conducente, che cercano finalmente chiarezza da parte del governo. Loro si considerano alternativi ai taxi, un servizio in più per la gente, per i turisti, ecco perchè non capiscono tutto questo ostracismo nei loro confronti e si può comprendere il loro disagio da quanto sono “accorati” nel cercare di spiegare la loro posizione. “I taxi fanno un servizio completamente diverso da noi”, ci racconta Sergio, appoggiato al suo Mercedes nero 8 posti, in attesa di mettersi in marcia dal Piazzale del Palazzo dello Sport all’Eur insieme agli altri colleghi, “loro fanno un servizio su chiamata in città e si muovono da stazione a stazione. Noi invece possiamo trasportare i clienti anche in altre città fino addirittura ad arrivare in altre regioni. Firenze, Pisa, la Toscana oppure Napoli e Positano in Campania, ad esempio. Questo perchè loro hanno un tassametro che stabilisce in base al percorso e al tempo impiegato per farlo il costo della corsa, noi abbiamo una tariffa precisa e stabilita prima di accendere il motore della macchina.  Come possono avere paura della nostra concorrenza? Sentono la minaccia in concomitanza dell’arrivo del Giubileo, ma non c’entra nulla con noi, perchè quello che arriverà a Roma all’apertura dell’Anno Santo, sarà un turismo che noi chiamiamo “Cristiano”, che si sposta preferibilmente con i mezzi pubblici, quindi noi non stiamo spingendo per entrare in quel business”.

Ecco i motivi della protesta – Romacityrumors.it –

 

Regole obsolete

Affacciato dal finestrino di un altro van, Marco non esita ad aggiungersi alla chiacchierata, “Noi oggi siamo qui a protestare per delle regole vecchie e oramai obsolete e soprattutto inapplicabili. Come quella assurda di dover per forza tornare in autorimessa dopo un servizio, che con il traffico attuale di Roma, ad esempio, significa praticamente impedirci di lavorare. Tanto a cosa serve segnalare entrata e uscita dal garage se a fine giornata dobbiamo comunque redigere il foglio di servizio con i chilometri percorsi e i viaggi effettuati con tanto di vaucher controfirmati dai viaggiatori?. Noi siamo costretti a ogni carico di passeggeri a effettuare uno screening di tutto quello che facciamo, anche chiedere nomi e cognomi, luogo di partenza e di destinazione di tutti i passeggeri con evidenti squilibrio in fatto di privacy, cosa che ai tassisti non viene assolutamente imposta. E’ una questione politica, circa 7mila licenze per i taxi che lavorano a Roma, sono una montagna di voti a favore di chi prende decisioni politiche, se pensiamo al nucleo familiare che ruota intorno all’intestatario, quanto possono pesare a confronto le nostre neanche mille di licenze? Noi offriamo un servizio differente alla collettività rispetto ai tassisti, è evidente, cosa impedisce di concedere qualche sacrosanta licenza in più a una città come Roma che ha un turismo fatto di numeri davvero imponenti?”

 

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