Ecco come rubano i tuoi soldi dal conto corrente: le indagini della Polizia Postale

Grazie all’aiuto di quattro dipendenti di Poste Italiane, una banda era riuscita a prelevare oltre un milione e mezzo dai risparmi degli investitori. Ed avevano predisposto un piano per altri 3,5 milioni

Una truffa ben organizzata, che aveva fruttato oltre un milione e mezzo di euro e che aveva visto i responsabili effettuare tentativi per altri 3,5 milioni. Avevano architettato, anche grazie al supporto di complici insospettabili, un modo infallibile per prelevare cifre ingenti dai conti dei risparmiatori. Ma il loro piano è stato scoperto, e i loro tentativi si sono chiusi con l’arresto.

La banda era riuscita ad entrare sui risparmi degli investitori e a prelevare cifre per oltre un milione di euro. Fondamentale l’intervento della Polizia Postale – Roma.Cityrumors.it

A finire in manette sono state sei persone, tre delle quali fermate in flagranza di reato: altre 39 risultano essere indagate e sono state effettuate 48 perquisizioni. La banda è stata scovata  grazie al lavoro della polizia postale e ad un indagine che ha coinvolto le forze dell’ordine di Lazio e Campania. E’ stato il Gip di Napoli ad emettere le misure cautelari ai danni dei componenti del gruppo, che puntava ad incassare le polizze assicurati e (del Gruppo del Rampo Vita) al posto degli effettivi titolari.

Tra le persone fermate ci sono anche quattro “insospettabili”: quattro dipendenti delle Poste Italiane che avevano aiutato (in cambio di denaro) i malfattori, ad entrare in possesso in modo illecito delle somme di denaro che si trovavano sui conti dei risparmiatori. Erano loro, secondo la ricostruzione effettuata dagli investigatori del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale Lazio, (coordinato dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni,  diretti dalla Procura di Napoli con i pm  Ciro Capasso e Claudio Orazio Onorati con il coordinamento di Vincenzo Piscitelli), ad accedere sui conti correnti e ad intervenire sulle somme.

I quattro dipendenti delle Poste che regalavano info alla banda criminale

Dopo sette mesi di indagini, appostamenti e intercettazioni, gli agenti della Polizia Postale hanno sgominato la banda – Roma.Cityrumors.it

Gli “insider”, così come sono stati ribattezzati dagli inquirenti, entravano abusivamente negli archivi aziendali e fornivano ai responsabili della bandainformazioni sui clienti intestatari delle polizze, sulle somme sulle stesse giacenti nonché sulle modalità più idonee per riscuoterle in danno degli ignari correntisti. Informazioni che si sono rivelate determinanti per il perfezionamento delle frodispiega chi indaga. Ad accorgersi della situazione e a far scattare le indagini, sono stati proprio i titolari delle polizze assicurative, che hanno scoperto degli ammanchi improvvisi ai loro conti. Hanno chiesto conto alla direzione di Poste Italiane ed hanno fatto attivare la procedura di controllo, scattata attraverso il coinvolgimento degli specialisti dell’ufficio Fraud Management delle Poste che ha avviato un’inchiesta interna.

Sette mesi di indagini, intercettazioni e appostamenti: poi, la verità

L’indagine ha permesso di fare luce sulla vicenda, capire il meccanismo con il quale gli insider fornivano e informazioni ai responsabili della banda criminale (che era gestita da un pregiudicato napoletano, che si occupava anche del riciclaggio del denaro sottratto dai conti dei titolari delle polizze assicurative) e di impedire altri nuovi furti. La banda stava infatti organizzando altri colpi, che avrebbero portato a guadagnare oltre tre milioni e mezzo di euro. Sempre con lo stesso meccanismo. La Polizia Postale ha controllato i movimenti dei sospetti per oltre sette mesi, anche attraverso l’utilizzo di pedinamenti, appostamenti e intercettazioni telefoniche. Fondamentale, secondo quanto riferito dagli inquirenti, anche l’utilizzo di “strumenti tecnologici all’avanguardia per l’analisi dei contenuti dei dispositivi informatici sequestrati agli indagati nel corso delle perquisizioni”.

La Polizia Postale ha fatto luce sul lavoro della banda, che era gestita da un pregiudicato napoletano – Roma.Cityrumors.it

Una banda ben organizzata

Come detto, i responsabili della banda, oltre ad essere riusciti a creare un’organizzazione che comprendeva anche il lavoro di quattro dipendenti delle Poste, si occupavano di far sparire e riciclare immediatamente il denaro che era stato sottratto dai conti correnti degli ignari investitori. Il gruppo era stato ben organizzato: ognuno ricopriva un ruolo preciso: dai responsabili che si occupavano del lavoro di riscossione e riciclaggio, a chi invece materialmente lavorava nella riscossione dei soldi allo sportello delle Poste, fino alla divisione del denaro fra i complici. Parte del denaro veniva poi destinato all’acquisto di beni di provenienza illecita. 

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