Roma rende omaggio a tre poliziotti uccisi dai nazisti: la posa delle pietre d’inciampo a loro dedicate

Negli anni bui della Seconda guerra mondiale, la Capitale ha pagato un prezzo altissimo all’occupazione nazista, tra persone deportate e mai più tornate indietro fino all’eccidio delle Fosse Ardeatine

La settimana scorsa, la Polizia di Stato, con una solenne cerimonia che si è svolta presso la Questura di Roma di Via di San Vitale, ha ricordato 4 suoi figli che, negli anni bui dell’occupazione, che hanno preceduto la nascita delle Repubblica, si sono distinti per aver combattuto in vari modi gli orrori del nazismo e, sprezzanti del pericolo che stavano correndo, hanno avuto il merito di aver salvato centinaia di vite.

Posate tre nuove pietre d’inciampo – Romacityrumors.it –

 

Tra le tante iniziative in ricordo degli eventi tragici legati all’Olocausto, c’è quello dell’installazione di quelle che vengono definite pietre d’inciampo di fronte alle abitazioni dei cittadini europei deportati nei lager nazisti. I blocchetti sono collocati all’interno del selciato stradale e riportano il nome della persona, l’anno di nascita, la data, l’eventuale luogo di deportazione e la data di morte, quando questa è conosciuta. Un piccolo gesto dal grande valore umano per non dimenticare dove può arrivare la brutalità dell’uomo.

La posa in ricordo di tre martiri

A solo una settimana dal Giorno della Memoria, quando l’Italia si ferma a ricordare gli orrori dell’Olocausto, le Istituzioni, la città di Roma e la Polizia di Stato hanno voluto rendere omaggio proprio a tre poliziotti uccisi durante l’occupazione nazista con la posa a terra delle pietre d’inciampo a loro appositamente dedicate. Pietro Ermelindo Lungaro, vice brigadiere di pubblica sicurezza, imprigionato in via Tasso, ucciso alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. Giovanni Lupis, guardia di pubblica sicurezza, detenuto in via Tasso e a Regina Coeli, fucilato il 3 giugno 1944 al Forte Bravetta. Emilio Scaglia, guardia PAI (Polizia Africa Italiana) detenuto nelle carceri di via Tasso e Regina Coeli, fucilato il 3 giugno 1944 a Forte Bravetta, questi i tre eroi che hanno sacrificato la loro vita pur di salvarne il più possibile tra quelle dei perseguitati.

La cerimonia davanti all’entrata della Questura di Roma – Romacitrumors.it –

 

Una cerimonia solenne

Le Pietre d’inciampo, create dall’artista tedesco Gunter Demnig, sono piccole targhe di ottone collocate sul marciapiede davanti all’ultima abitazione o luogo di lavoro di persone deportate nei campi di concentramento nazisti. Alla cerimonia erano presenti il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il capo della Polizia Vittorio Pisani, il prefetto di Roma Lamberto Giannini, il questore di Roma Carmine Belfiore, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni. Pietro Lungaro, figlio di Pietro Ermelindo Lungaro, il vice brigadiare ucciso nell’eccidio delle Fosse Ardeatine, ha partecipato alla cerimonia ricordando con orgoglio e commozione il padre. “È una giornata bellissima, di amore e di ricordi. Vorrei dire a tutti: ricordatevi che oggi questi valori, per cui i nostri padri hanno lasciato la vita, dobbiamo conquistarli giorno per giorno”, ha dichiarato. Un ennesimo contributo al racconto dei fatti storici per coltivare una continua riflessione collettiva sul valore della memoria, quella memoria custodita proprio dalle pietre incastonate nei luoghi in cui uomini, donne e bambini innocenti furono strappati alla vita, per un simbolo perenne e soprattutto tangibile che testimonia il passato inserendosi nel presente.

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