“Tenga il resto”. La nuova moda nei ristoranti romani: ecco la Doggy Bag

Dopo aver mangiato in un ristorante della Città Eterna, si riceve una vaschetta in alluminio con gli avanzi del cibo rimasto.           

Dovrebbe partire fra una quindicina di giorni in 100 ristoranti romani l’iniziativa “Tenga il resto” promossa dall’Assessorato capitolino all’Agricoltura ed Ambiente ed i clienti hanno già risposto con entusiasmo all’idea.” commenta in esclusiva il presidente della Fiepet Confesercenti di Roma e Lazio, Claudio Pica.                                                                  Quando vai al ristorante, porta a casa il cibo non consumato.             Un invito che riassume lo spirito della campagna “Tenga il resto” promossa dall’Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma capitale con il supporto del Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio (CIAL) e l’adesione della Federazione Pubblici Esercizi di Roma e Provincia (Fipe Confcommercio) della Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici di Roma e Lazio (Fiepet-Confesercenti) e di Slow Food.

Avviata in 100 ristoranti romani l'iniziativa "Tenga il resto" contro lo spreco alimentare
Dalla Doggy Bag alla vaschetta di “Tenga il resto”, per portarsi a casa gli avanzi del pasto al ristorante. – Roma.cityrumors.it

Con lo scopo di combattere lo spreco alimentare sensibilizzando i cittadini a recuperare il cibo non consumato attraverso il coinvolgimento della rete dei ristoranti di Roma .

Nel Lazio gli alimenti più frequentemente sprecati sono la frutta fresca (24% dei casi), i salumi e gli insaccati (19%). Seguono pane, cipolle, aglio e patate al 17%. ed insalate al 13%.  Fonte Dati: Osservatorio Aeper (Associazione Esercenti Pubblici  Esercizi). Tra il 2023 e il 2024 lo spreco alimentare a Roma è aumentato dell’8%, un trend purtroppo in crescita che sta diventando allarmante.  Nella capitale ogni anno si sprecano oltre 26 chilogrammi di cibo per abitante.

Un fenomeno biasimevole che incide sulla sicurezza alimentare che purtroppo non è garantita a tutti gli abitanti del pianeta, considerato che  i rifiuti alimentari prodotti lungo tutta la catena di approvvigionamento nell’Unione Europea nel 2021 sono stati 130 kg per abitante e che secondo la FAO, il cibo sprecato in Europa, potrebbe nutrire 200 milioni di persone. Non solo, i rifiuti costituiti dagli scarti alimentari e dal cibo avanzato producono anche un pesante impatto ambientale.

Nei ristoranti capitolini verranno distribuite 300.000 vaschette in alluminio donate dal  Cial, per un totale di 1.500 kit composti da 200 vaschette e 100 buste che verranno consegnati ai clienti su richiesta per portarsi a casa il cibo non consumato, prevenendone lo spreco.

Tenga il resto è un nuovo importante tassello nel lavoro che l’amministrazione ha intrapreso per mettere in campo azioni concrete volte al contrasto dello spreco alimentare, uno dei temi principali su cui è impegnato il Consiglio del Cibo di Roma. – ha sottolineato l’Assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi – La riduzione degli sprechi non ha solo un’importante valenza sociale ma ha anche importanti ricadute sul fronte della sostenibilità ambientale. Favorire il recupero dei pasti non consumati significa, infatti, incidere su fattori culturali e abitudini che in altre parti d’Italia e in Europa si sono affermati e che nella nostra città hanno bisogno di essere maggiormente promossi e diffusi”.

Pica: “Ridurre gli sprechi e recuperare il cibo inutilizzabile”

In Italia lo spreco alimentare vale 15 miliardi di euro all’anno, esclusi i costi ecologici: Circa 6 miliardi/anno provengono da rifiuti domestici, oltre i 9 miliardi euro dallo spreco di filiera, verdura, frutta, legumi e insalate, poi, pane, pesce, uova latte e loro derivati. Sprechiamo 3,4 grammi di frutta al giorno e 2,3 di pane: in un anno circa 1 kg pro-capite. Nel 2024 lo spreco alimentare costerà circa 290 euro annui a famiglia. Nei ristoranti – secondo la Fiepet-Confesercenti – tra il 4 e il 10% lo spreco del cibo avviene nelle cucine, quindi è importante  riprogettare il menu, ottimizzare le porzioni, non scartare frutta e verdura imperfette ed iscriversi ad associazioni di food share.

Nei ristoranti tra il 4 e il 10% gli sprechi avvengono nelle cucine.
Pica, presidente Confesercenti Lazio e Roma: “Contro gli sprechi alimentari serve ridurre gli sprechi in cucina ma anche recuperare il cibo non più utilizzabile:”- Roma.Cityrumors.it

 

Serve un’inversione di tendenza, un impegno da parte dei soggetti in campo per contrastare lo spreco alimentare: Istituzioni, associazioni di categoria, filiera agroalimentare e in particolare del segmento della ristorazione. Ben vengano progetti come ‘Tenga il resto’ – ha dichiarato a Roma.cityrumors.it Claudio Pica, Presidente della Fiepet Confesercenti di Roma e Lazio – poiché incoraggiano e promuovono buone pratiche e nuovi approcci sostenibili non solo volti alla lotta allo spreco ma anche utili per recuperare cibo non più utilizzabile. In quest’ottica, limitare le perdite e gli sprechi di cibo rappresenta un obiettivo strategico non solo per ridurre l’utilizzo delle risorse naturali, e quindi di salvaguardia sull’ambiente, ma anche per rafforzare la competitività delle imprese, favorendo il passaggio da un’economia lineare a una circolare”.

Questo progetto riguarda la sostenibilità ed è un atto di responsabilità verso la società, verso chi ha meno. Non lasciare il cibo nel piatto è soprattutto una questione di rispetto e di educazione“, ha affermato l’Assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità Monica Lucarelli.

In un mondo in cui la sicurezza alimentare, purtroppo, non è ancora garantita per tutti lo spreco di cibo risulta oggi essere un paradosso inaccettabile; – ha dichiarato Stefano Stellini, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne di CIAL è una questione di vitale importanza sociale ma anche di sostenibilità ambientale: limitare lo sperpero degli alimenti garantisce infatti anche una riduzione di emissioni di gas serra per produrne di nuovi e una minore pressione sulle risorse naturali. Il nostro Consorzio ogni giorno agisce non solo per stimolare il riciclo degli imballaggi in alluminio ma anche per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza del risparmio e del recupero di materia e di energia“.

L’alluminio è infatti riciclabile al 100%, tanto che la vaschetta, dopo più utilizzi, se correttamente conferita nella raccolta differenziata, può rinascere e trasformarsi per infinite volte in tanti oggetti di uso comune. È inoltre il materiale che più di qualunque altro offre un’eccellente barriera alla luce, ai batteri, all’aria, ossigeno e al vapore.

Le proposte di legge per  rendere obbligatorio il cestino degli avanzi

In Italia la “Doggy Bag”, ovvero il  “cestino degli avanzi” è una pratica poco conosciuta ed ancor meno diffusa: solo il 15,5% degli italiani porta a casa il cibo non consumato al ristorante, anche se il 91,8% dei ristoratori è attrezzato per consentirlo ma solo il il 4% degli italiani si dice a favore della possibilità di portare a casa il cibo che non è riuscito a consumare (dati Confesercenti).

La Doggy bag potrebbe diventare però obbligatoria in tutti i ristoranti,  in modo da poter essere fornita a chi intenda portare a casa il cibo o il vino non terminati. In Parlamento  ci sono infatti due proposte di legge: la prima depositata lo scorso dicembre al Senato dalla leghista Mara Bizzotto, mentre la seconda è stata recentemente presentata alla Camera dal deputato di Forza Italia Giandiego Gatta.

Ma all’estero portarsi a casa gli avanzi del pranzo o della cena al ristorante  è già legge. In Spagna dal 2022  i ristoratori sono obbligati per legge a fornire le Doggy bag ai clienti che ne fanno richiesta. In Francia dal 2021 esiste già una tale norma, mentre negli Stati Uniti, che può essere considerata la “patria” della borsetta degli avanzi, tale abitudine è parecchio diffusa, anche se ancora non c’è una norma che la renda obbligatoria.

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