Matteo Messina Denaro rivela: “Non ho ucciso il piccolo Giuseppe Di Matteo”

Io non sono un santo, ma con l’omicidio del bambino non c’entro”. 

Così, Matteo Messina Denaro, quando durante l’interrogatorio con il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dell’aggiungo Paolo Guido, ha parlato della morte di Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino, rapito e sciolto nell’acido.

Il verbale dell’interrogatorio è stato depositato ieri, mentre il superboss era ricoverato all’ospedale de L’Aquila dov’è stato sottoposto a un intervento per una occlusione intestinale, “non strettamente legata al cancro”, come dicono i medici.

Matteo Messina Denaro rivela: "Non ho ucciso il piccolo Giuseppe Di Matteo"
Matteo Messina Denaro rivela: “Non ho ucciso il piccolo Giuseppe Di Matteo” (Ansa Foto) – roma.cityrumors.it

Una cosa fatemela dire. Forse è la cosa a cui tengo di più”, ha esordito, prima di dire di non essere colpevole della morte del piccolo Giuseppe. “Lei mi insegna che un sequestro di persona ha una sua finalità, che esclude sempre l’uccisione dell’ostaggio, perché un sequestro a cosa serve? Ad uno scambio: tu mi dai questo ed io do l’ostaggio; il sequestro non è mai finalizzato all’uccisione. Sequestrano questo bambino, quindi io sono come mandante, mandante del sequestro, lui (Giovanni Brusca ndr.) non dice che c’ero io”. 

Messina Denaro: ecco chi ha ucciso il bambino

Ad un tratto lui resta solo in tutta questa situazione, passa del tempo, un anno, due anni, dice si trova davanti a televisione ed il telegiornale dà la notizia di… che lui era stato condannato all’ergastolo per l’uccisione dell’esattore Ignazio Salvo, ci siamo?”. Secondo Messina Denaro, Brusca, fuori di sé per la condanna all’ergastolo per l’omicidio Salvo, decide di uccidere il bambino. “Ma… allora, a tutta coscienza, se io devo andare in quel processo, che è ormai di Cassazione, devo andare per sequestro di persona. Quindi a me perché mi mettete – non voi, il sistema – come mandante per l’omicidio, quando lui dice che poi non ci siamo visti più?”, continua Messina Denaro.

“Devo essere accusato per il sequestro, non per l’omicidio”

A detta sua, per la vicenda di Giuseppe dovrebbe essere condannato per il sequestro, e non per l’omicidio: “Decise tutto lui, per l’ira dell’ergastolo che prese. Ed io mi sento appioppare un omicidio, invece secondo me mi devono appioppare il sequestro di persona; non lo faccio per una questione di 30 anni o ergastolo, ma per una questione di principio. E poi a tutti… cioè loro lo hanno ammazzato, lo hanno sciolto nell’acido e alla fine quello a pagare sono io? Cioè, ma ingiustizie quante ne devo subire?”. 

Messina Denaro: “Non mi pentirò mai”

Matteo Messina Denaro: "Non mi pentirò mai"
Matteo Messina Denaro: “Non mi pentirò mai” (Ansa Foto) roma.cityrumors.it

Matteo Messina Denaro ribadisce che lui non si pentirà mai: “Io non mi farò mai pentito”, dichiara senza esitare e nega di aver commesso stragi e omicidi, i traffici di droga, ma ammette di aver avuto contatti con il capomafia Bernardo Provenzano. “Io mi sento uomo d’onore ma non come mafioso. Cosa Nostra la conosco dai giornali”. 

“Non so se ho mai avuto a che fare con Cosa Nostra”

Alla domanda dei magistrati se abbia mai avuto a che fare con Cosa Nostra, risponde: “Non lo so magari ci facevo affari e non sapevo che era Cosa nostra”. L’ex latitante dichiara non non aver commesso i reati per cui è accusato, cioè “stragi e omicidi. Non c’entro nella maniera più assoluta. Poi mi possono accusare di qualsiasi cosa, io che ci posso fare”. 

Matteo Messina Denaro: “Mi avete preso per via della malattia”

Messina Denaro dichiara davanti ai magistrati: “Non voglio fare il superuomo e nemmeno l’arrogante, voi mi avete preso per la mia malattia”. Il superboss della mafia spiega di aver rinunciato alla tecnologia per nascondersi meglio, ma a causa della malattia ha dovuto cambiare la gestione della sua latitanza.

Matteo Messina Denaro: "Mi avete preso per via della malattia"
Matteo Messina Denaro: “Mi avete preso per via della malattia” (Ansa Foto) – roma.cityrumors.it

Ora che ho la malattia non posso stare più fuori e debbo ritornare qua”, si è detto dopo aver scoperto di avere il tumore, “allora mi metto a fare una vita da albero piantato in mezzo alla foresta, allora se voi dovete arrestare tutte le persone che hanno avuto a che fare con me a Campobello, penso che dovete arrestare da due a tremila persone: di questo si tratta”. Ma ha precisato che in paese in pochi sapevano che fosse Matteo Messina Denaro. “A Campobello mi sono creato un’altra identità: Francesco”, e ancora: “Giocavo a poker, mangiavo al ristorante, andavo a giocare”. 

Come sta il superboss dopo l’operazione

Intanto, dopo l’operazione di ieri, Matteo Messina Denaro è in terapia intensiva ma è vigile. “Si è risvegliato dall’operazione che è andata molto bene, è vigile e attivo. È in terapia intensiva solo per prassi dopo interventi del genere”, ha spiegato il garante dei detenuti in Abruzzo Gianmarco Cifaldi.

I legali del capomafia ritengono che il regime del 41bis sia incompatibile con le sue condizioni di salute e faranno richiesta per la scarcerazione.

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