Calcio, Ndicka, la paura è stata tanta. Il cardiologo: “In Italia controlli molto rigorosi”

Il mondo del calcio italiano e non solo è rimasto in ansia per alcuni lunghissimi minuti  a causa dell’improvviso malore che ha colpito il difensore della Roma che, durante la partita, si è accasciato a terra per un dolore al petto

Minuto 72 di Udinese-Roma. Lukaku, il centravanti giallorosso, con un colpo di testa ha da qualche minuto riportato la partita in parità. La squadra giallorossa crede addirittura di poter ribaltare del tutto il risultato e portare via dalla Dacia Arena tre punti fondamentali per la rincorsa a quel posto Champions League che soltanto qualche mese fa sembrava semplicemente utopistica. La palla è sui piedi di Mancini che apre a destra per Angelino, quando in alto sul teleschermo, quasi sotto la panchina della Roma, il difensore Evan Ndicka si ferma, si porta una mano al petto e si siede sul terreno, prima di distendersi a terra. De Rossi, l’allenatore giallorosso è lì a due passi e capisce tutto, si sbraccia per fermare il gioco e far entrare subito il medico in campo. Il resto sono attimi, poi minuti, di lunghissima angoscia, lo stadio si ammutolisce fino a che l’arbitro dichiara la partita sospesa definitivamente.

Paura per il difensore giallorosso – Romacityrumors.it –

 

La corsa in ospedale

Ndicka esegue subito un elettrocardiogramma con esito “preoccupante” e viene trasportato subito all’Ospedale Santa Maria della Misericordia dove viene ricoverato in codice giallo. Qui effettua subito nuovi esami che escludono praticamente problemi cardiaci. Ma oramai paura e preoccupazione hanno preso il sopravvento nei compagni di squadra del giocatore francese naturalizzato ivoriano che, tutti insieme, dopo una veloce doccia, corrono all’ospedale per accertarsi che il loro compagno sia fuori pericolo. In seguito, come accade sempre in questi casi, è una foto pubblicata sul profilo ufficiale della società a riscaldare il cuore di tutti gli appassionati. Il sorriso dello stesso giocatore fa capire che il peggio è passato. Ma cosa era realmente accaduto in quei drammatici momenti al calciatore? “Alla luce di come sono andate ieri le cose per Evan Ndicka, sembra di essere di fronte a un problema cardiorespiratorio dovuto a un forte trauma toracico”, spiega all’Adnkronos Furio Colivicchi, presidente dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, e direttore della Cardiologia clinica e riabilitativa del San Filippo Neri di Roma, che aggiunge, “ricordo il portiere di hockey su ghiaccio, morto dopo essere stato colpito al petto da un fuoco d’artificio partito per errore. Questo genere di colpi a carico del torace sono dei traumi ‘chiusi’ abbastanza violenti, che in determinate condizioni determinano una forma minore di risentimento al cuore o ai polmoni e la comparsa di dolore. Ndicka non ha perso conoscenza, potrebbe essere una presincope con una forte vertigine che l’ha fatto cadere”.

In Italia controlli molto rigorosi

In Italia siamo famosi per controlli molti rigorosi a inizio di ogni stagione per l’idoneità medico sportiva che ogni tesserato deve ricevere per proseguire l’attività agonistica. Molto indicativa resta infatti la vicenda del centrocampista danese Christian Eriksen, il giocatore al tempo tesserato per l’Inter, che ha rischiato di morire in campo durante una partita degli Europei con la maglia della sua Nazionale. Il giocatore per fortuna è tornato anche in attività, ma non ha potuto più farlo nel campionato italiano, e ora sta giocando nella Premier League con la maglia del Manchester United, per via di protocolli molto più rigorosi da assolvere. “Va ricordato che i calciatori che giocano in Italia sono sottoposti a controlli medico-sportivi che non hanno uguali al mondo. Abbiamo una legislazione specifica per l’idoneità sportiva agonistica”, sottolinea infatti ancora Colivicchi. La situazione per Ndicka è tornata sotto controllo, tutti gli accertamenti hanno escluso ogni coinvolgimento cardiaco anche se è rimasto la notte in ospedale sotto osservazione, ma per fortuna, non è mai stato considerato in pericolo di vita.

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