Il Pm di Roma apre un fascicolo su Acca Larentia: 10 persone indagate

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione al saluto romano effettuato il 7 gennaio scorso da alcuni partecipanti alla commemorazione per Acca Larentia

I fatti risalgono allo sorso 7 gennaio quando si sono svolte due commemorazioni distinte. La prima ha visto la partecipazione di alcune autorità, con la deposizione delle corone di alloro da parte del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca e, per il Campidoglio, dell’assessore alla Cultura Miguel Gotor, nel piazzale dove c’è la targa ricordo. Poi, in un secondo momento e in un luogo diverso, davanti alla ex sede del Msi, la commemorazione di alcuni militanti con il famigerato “presente” e il successivo saluto romano.

Il luogo dell’agguato -Roma.cityrumors.it –

 

Acca Larentia è salito agli onori della cronaca in relazione al terribile agguato che portò alla morte di Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, due giovani attivisti di destra legati al Fronte della Gioventù. La stampa ribattezzò immediatamente il tragico evento nella “Strage di Acca Larentia”. Il duplice assassinio avvenne il 7 gennaio 1978 per mano di un gruppo armato di ideologia di estrema sinistra. Come conseguenza del brutale omicidio, nella zona si accesero numerosi scontri durante una manifestazione di protesta, durante la quale vennero coinvolte le forze dell’ordine impegnate a ristabilire la calma. Purtroppo ci fu una terza vittima: Stefano Recchioni, anche lui giovane attivista di destra.

Aperta l’inchiesta

Nei giorni scorsi la Digos aveva depositato una prima informativa e identificato un centinaio di persone. Oggi la Procura di Roma ha aperto un fascicolo in relazione al saluto romano effettuato il 7 gennaio dai partecipanti alla commemorazione della strage di Acca Larentia. Nell’indagine si procede per il reato di apologia del fascismo. Alla duplice commemorazione, in memoria dei giovani uccisi 46 anni fa nell’agguato fuori dalla sede del MSI, avevano partecipato alcune autorità con la deposizione di corone di fiori e, come accade oramai da molti anni, alcune centinaia di militanti che avevano reso omaggio ai caduti con il “presente” urlato alla chiamata dei nomi e un successivo saluto romano. Proprio su questo saluto si è accesa immediatamente una discussione che è arrivata anche in Parlamento con alcune interrogazioni presentate da esponenti dell’opposizione.

Il saluto romano al centro delle indagini – Roma.cityrumors.it –

 

Dibattito aperto

La discussione rimane aperta sull’opportunità e sulla punibilità di questi “saluti particolari”. “L’aspetto giuridico è controverso da decenni, la Cassazione si pronuncerà a breve, ma al di là di questo, è importante l’aspetto etico e morale, prendere le distanze da quella simbologia”, ha detto il ministro Matteo Piantedosi che poi ha aggiunto, c’è stata la strumentale riproposizione di una simbologia che evoca un periodo condannato dalla storia e distante dai nostri acquisiti principi democratici, svilendo così il valore della manifestazione. E’ un’offesa a quelle vittime che meriterebbero un diverso approccio”. Sulla questione è intervenuta anche Elly Schlein. “C’è una grande “ambiguità della destra che non riesce a scindere il cordone ombelicale col passato. Abbiamo sentito il presidente del Senato che tenta di legalizzare il saluto romano! E’ un insulto alla resistenza”.

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