Pro Vita Famiglia, Comune di Roma rinnova corsi di formazione gender per insegnanti: è polemica

Arrivano sempre nuove segnalazioni di progetti ispirati alla teoria gender applicati nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, con corsi obbligatori per insegnanti di nido e infanzia

Cresce ancora la polemica dopo le nuove segnalazioni fatte per la decisione del Comune di Roma di indire nuovi corsi gender nelle scuole di ogni ordine e grado. I corsi obbligano gli insegnanti a formarsi per parlare ai bambini di identità di genere e gender, per “superare le gabbie di genere” e di mettere in discussione “un sistema estremamente binario”, cioè quello che riconosce semplicemente che i bambini sono maschi e le bambine femmine.

Arrivano i corsi gender – Roma.Cityrumors.it

 

Pro Vita Famiglia è un’associazione onlus che opera in favore dei bambini, delle madri e dei padri, difendendo il diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale. Promuove la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e sostiene la libertà e priorità educativa dei genitori.

I corsi del dissenso

Torna a infuriare la polemica sui corsi gender inseriti nella formazione obbligatoria di maestri di nido e infanzia di Roma e provincia. I progetti e le iniziative di questo tipo, con il pretesto di educare all’uguaglianza e di combattere le discriminazioni, il bullismo, la violenza di genere o i cattivi stereotipi, spesso promuovono l’equiparazione di ogni orientamento sessuale e di ogni tipo di “famiglia“, la prevalenza dell’ “identità di genere” sul sesso biologico (e la conseguente normalizzazione della transessualità e del transgenderismo). La decostruzione di ogni comportamento o ruolo tipicamente maschile o femminile insinuando che si tratterebbe sempre di arbitrarie imposizioni culturali, la sessualizzazione precoce dei giovani e dei bambini. “Lo avevamo denunciato già lo scorso maggio, quando il Comune di Roma, tramite l’associazione Scosse, impegnata da anni in progetti gender, aveva obbligato educatori di asili nido e scuola dell’infanzia a seguire il corso ‘De-Costruire gli stereotipi di genere’. Ora scopriamo che questa obbligatorietà, una vera e propria costrizione ideologica, è rinnovata anche nel nuovo Piano di aggiornamento per educatori e insegnanti”, ha affermato con una nota, Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia onlus.

Un modo nuovo di intendere il maschio e la femmina – Roma.Cityrumors.it –

 

Una nuova forma di educazione sessuale

 Oramai sono diventati realtà. I piani dell’offerta formativa delle scuole di ogni ordine e grado adottano misure educative volte alla promozione di cambiamenti nei modelli comportamentali al fine di eliminare stereotipi, pregiudizi, costumi, tradizioni e altre pratiche socio-culturali fondati sulla differenziazione delle persone in base al sesso di appartenenza e sopprimere gli ostacoli che limitano di fatto la complementarità tra i sessi nella società. E proprio su questo appiattimento delle differenze che l’associazione onlus Pro Vita e famiglia non sente ragioni.  “L’amministrazione Gualtieri continua a portare avanti”,  sottolinea infatti ancora la Ruiu, “battaglie politiche e ideologiche sulla pelle dei nostri figli. Ma cosa intendono fare con questi corsi gender? Ebbene, obbligano gli insegnanti a formarsi per parlare ai bambini, di identità di genere e gender, di ‘superare le gabbie di genere’ e di mettere in discussione ‘un sistema estremamente binario’, cioè quello che riconosce semplicemente che i bambini sono maschi e le bambine femmine”. L’obiettivo è proprio il sindaco Gualtieri che non si è opposto a questa scelta.Se Gualtieri e la sua amministrazione vogliono fare battaglie ideologiche e politiche le facciano all’interno delle sedi di partito, non di certo nelle classi e tra i banchi dei nostri figli più piccoli! Protesteremo, alzeremo le barricate, faremo sentire la nostra presenza e la nostra voce e invitiamo tutti i genitori a vigilare sull’operato degli insegnanti e pretendere il consenso informato per qualsiasi attività, affinché questo indottrinamento non entri nelle classi”, ha concluso duramente Rachele Ruiu.

 

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