Giubileo 2025, le chiese di Roma “oltre lo scivolo”: i percorsi studiati per i disabili

Proseguono i preparativi per l’apertura del grande Giubileo del 2025 e nulla viene lasciato al caso nell’organizzazione per mettere tutti nelle stesse condizioni

Saranno oltre 15 milioni i pellegrini provenienti da ogni parte del mondo che arriveranno a Roma per le celebrazioni dell’anno giubilare. Mentre la Giunta Capitolina da tempo sta lavorando su trasporti, viabilità e accoglienza per mettere a disposizione dei visitatori le migliori strutture possibili, anche il Vaticano sta mettendo a punto il piano per rendere più accessibili possibile le quattro basiliche interessate dall’Anno santo.

L’apertura della Porta Santa – Romacityrumors.it –

 

Le aperture delle Porte Sante

“Pellegrini della speranza”, questo è il motto scelto dal Pontefice per il Giubileo del 2025. L’Anno giubilare inizierà il 24 dicembre 2024, alle 16.30, con l’apertura della Porta santa di San Pietro. Qualche giorno dopo saranno spalancate le altre Porte sante di Roma: a San Paolo fuori le mura, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore. Trattandosi di un Anno santo “ordinario”, le Porte valicabili saranno solo queste quattro. L’ apertura delle Porte Sante è particolarmente significativa perché il passaggio attraverso una porta aperta simboleggia l’essenza stessa del passaggio dal peccato alla salvezza attraverso un percorso santo.

Saranno poi segnalate le “chiese giubilari”, ossia quelle indicate come luoghi di ritrovo per i pellegrini, dove si terranno le catechesi nelle diverse lingue per riscoprire il senso dell’Anno Santo, ci sarà la possibilità di vivere il sacramento della Riconciliazione e nutrire l’esperienza di fede con la preghiera. Lo stesso Bergoglio sottolinea l’importanza di alimentare lo spirito e il senso di comunità dei cattolici e di tutte le persone in tutto il mondo, anche e soprattutto in questo giubileo, il primo dopo anni molto difficili, di sofferenza e isolamento.

Continuano i preparativi per l’Anno Santo – Romacityrumors.it –

 

L’attenzione ai disabili

Questo desiderio deve infatti incontrare la possibilità effettiva di aprire la città a tutti, anche a disabili e persone anziane, affinché tutti possano far parte della condivisione e avere l’opportunità di godere delle bellezze della città eterna, proprio in questa occasione. “Perché una città più vivibile per i suoi cittadini è anche più accogliente per tutti”, ha infatti affermato Bergoglio. Per questa ragione ha posto particolare attenzione alle commissioni interessate all’organizzazione del prossimo Giubileo, prevedendo anche quella per le persone con disabilità.

In quest’ottica diverse diocesi ed enti locali propongono itinerari aperti anche a persone con mobilità ridotta o limitata, per qualunque motivo. Nell’ambito del progetto “Giubileo for all”, presentato il 29 gennaio a Roma alla Pontificia Università Urbaniana e introdotto da monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, le diocesi, coinvolgendo comunità ed enti locali, stanno promuovendo interventi e lavori perché luoghi di arte e di fede possano essere goduti anche da chi ha una qualsiasi disabilità. A partire dallo scivolo per l’accesso nel chiese passando alla formazione dei volontari sull’accessibilità dei vari siti, anche dal punto di vista linguistico, compresa la lingua dei segni, affinchè sia un evento davvero partecipativo.

La bellezza, spiega suor Veronica Donatello, responsabile Servizio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Cei – è un codice universale, fruibile da tutti. Le diocesi hanno avuto il desiderio di fare rete, andando a incontrare i sindaci e gli amministratori, con la piena consapevolezza che il tema riguardi non solo la disabilità. Anche una nonna anziana, una mamma con un passeggino, i gruppi di pellegrini e visitatori presentano necessità che vanno prese in considerazione. L’assenza di barriere, però, non può essere il nostro fine ultimo: è importante saper passare dall’accessibilità alla partecipazione. Il senso civico che ci porta a rimuovere le barriere ci porta a rimuovere anche le barriere culturali. E infatti, nei luoghi dove si è lavorato in tal senso, sono scaturite molte altre iniziative di coinvolgimento che continuano nel tempo”.

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