Di Bello, in questo calcio, non c’è nulla: serve una rivoluzione

La vergogna dello stadio Olimpico resterà indelebile nel cuore e nella mente dei tifosi e degli appassionati. Una serie di decisioni horror che falsano una gara e l’intero sistema calcio

I 50.000 tifosi presenti allo stadio Olimpico e le migliaia di spettatori che hanno visto Lazio-Milan in tv, potranno dire, quasi con orgoglio, di essere stati testimoni di uno degli spettacoli più indecorosi nella recente storia del calcio italiano. La prestazione di Di Bello (mai nome fu meno indicato) resterà nella mente di tutti e difficilmente potrà essere dimenticata.

Le decisioni di Di Bello che hanno falsato la credibilità del calcio italiano – Cityrumors.it

Una lunga serie di decisioni horror e a senso unico, hanno rovinato una partita equilibrata, tra due squadre che in campo si sono date battaglia. Di Bello ha iniziato fin da subito il suo show, graziando Bennacer per un paio di interventi duri a centrocampo, poi il primo episodio contestato: la mancata concessione di un calcio di rigore solare a favore dei biancocelesti. Maignan entra in scivolata e travolge Castellanos in area di rigore. L’arbitro sorvola, il Var dorme e la Lazio si infuria. E’ un rigore fin troppo evidente, che già dal campo si sarebbe dovuto notare. Ma l’arbitro decide di sorvolare, mandando su tutte le furie tifosi e giocatori biancocelesti.

L’espulsione di Pellegrini: ingenuità, antisportività ed errori clamorosi

Ma il capolavoro arriva ad inizio ripresa: dieci secondi in cui si mischiano clamorosi errori di valutazione, ingenuità e antisportività: istanti che rovinano un’intera gara. Bennacer sgomita su Castellanos, un fallo evidentissimo anche a occhio nudo. Di Bello non interviene, poi guarda il laziale a terra, sanguinante, mette il fischietto in bocca, ma improvvisamente, non si capisce per quale strano motivo, decide di lasciare proseguire il gioco. Tutti si aspettano un fischio che fermi il gioco (la direttiva impone all’arbitro di fermare tutto quando un giocatore è colpito al volto), in primis Pellegrini, che sta accompagnando la palla mentre esce sul fondo. L’unico a non fermarsi è Pulisic, nonostante il terzino laziale lo inviti platealmente. A quel punto l’esterno americano è in vantaggio e può volare verso Provedel: Pellegrini lo ferma e lo atterra, beccandosi il secondo giallo e l’espulsione.

Il fallo su Immobile in occasione del gol del Milan

I laziali inveiscono contro l’arbitro e contro Pulisic. Di Bello non cambia idea. Nel frattempo Castellanos esce dal campo per farsi medicare: la botta subita lo ha fatto sanguinare. Sarebbe bastato interrompere il gioco, fermare tutto e fischiare la netta punizione per evitare la bagarre. Sarebbe bastato applicare il regolamento per mantenere in pugno la partita e non scaldare ancora di più gli animi. Ma Di Bello non è contento e nel finale continua il suo show: dopo aver graziato Adli e perso ulteriormente la bussola con ammonizioni senza senso, entra in scena anche in occasione del gol del Milan, sorvolando su una netta spinta ai danni di Immobile ad inizio azione. L’Olimpico insorge, i giocatori perdono la pazienza: l’arbitro sorvola sulle parole di Romagnoli (che già ammonito) gli dice chiaramente le frasi che l’intero Olimpico biancoceleste vorrebbe dedicargli: “Sei scarso, sei scarso”. Poi torna cuor di leone espellendo Marusic per qualche parola di troppo.

Il fallo di Maignan su Castellanos e quello ai danni di Immobile sul gol del Milan – Roma.Cityrumors.it

Nel finale, l’ultimo capolavoro: Pulisic strattona Guendouzi in modo fin troppo evidente. Il laziale si dimena, cerca di liberarsi della trattenuta del milanista e finisce per strattonarlo a sua volta. Di Bello ammonisce il milanista ed espelle il laziale. Quello che succede in seguito, è fin troppo scontato: la rabbia dei laziali esplode in proteste vigorose. Scatta una sorta di tutti contro tutti. Pulisic e Di Bello finiscono nel mirino dei biancocelesti.

Ciò che è accaduto allo stadio Olimpico, non può passare inosservato. Di Bello ha rischiato non solo di rovinare (cosa peraltro accaduta) una gara decisiva per il campionato della Lazio (che ora si trova praticamente fuori dal discorso europeo) , ma di creare anche problemi a livello di ordine pubblico. E per fortuna che i 50.000 dell’Olimpico hanno reagito con compostezza e senza perdere la testa. Negli anni scorsi, episodi simili avevano portato a reazioni scomposte. L‘olandese Van der Kroft, arbitro di Laizo-Ipswich nel 1973, scatenò la reazione dei giocatori e dei tifosi: ci furono invasioni di campo, risse e reazioni, che portarono alla squalifica europea della squadra; durante un Lazio-Atalanta allo stadio Flaminio, le decisioni dell’arbitro Di Cola di Avezzano, scatenarono un tutti contro tutti sugli spalti, con un vero e proprio assalto.

I laziali increduli circondano Di Bello – Roma.Cityrumors.it

Il silenzio di Rocchi, le urla di Pellegrini, Immobile e Lotito

Di Bello ha minato la credibilità del calcio italiano ed ha rappresentato un serio problema. Rocchi, designatore arbitrale già al centro di numerose contestazioni nelle ultime settimane, non può restare in silenzio. Ha visto un suo direttore di gara non concedere un rigore solare, lo ha visto gestire in modo grossolano tutti i momenti che hanno portato all’espulsione di Pellegrini e vederlo estrarre il rosso a Guendouzi, graziando Pulisic. Ha letto le reazioni successive. Pellegrini ha accusato l’arbitro di non essere intervenuto nonostante un giocatore sanguinante a terra: (“Chiedo scusa alla squadra e ai tifosi, per il cartellino rosso. La prossima volta calcerò la palla fuori dallo stadio di sicuro, considerando che il sangue in faccia al mio compagno di squadra e il fatto che mi fermi non è stato sufficiente per l’arbitro. Ha vinto l’antisportività”, Immobile ha rincarato la dose: “Pure scusa chiedi? Ma qui si può parlare? No perché in campo non si poteva, c’era il vigile che te lo impediva…”.

Lotito, che in 20 anni di presidenza, non ha mai parlato di arbitri (lo fece solo una volta, all’inizio della sua avventura da presidente, parlando di tintinnio di manette): “Si è superato ogni limite, ora basta, ci faremo sentire”. Sarri ha preferito rimanere in silenzio, lasciando al patron biancoceleste il compito di protestare. Parole che, purtroppo, al momento servono a poco. Quanto visto allo stadio Olimpico il primo marzo del 2024 resterà una delle pagine più nere della storia del calcio italiano. E allo spettacolo indecoroso hanno contribuito a partecipare anche Stefano Pioli, Pulisic e i suoi giocatori. La stessa società rossonera, che in passato si era fatta paladina di numerose battaglie etiche, ha perso l’occasione per evitare di aggravare ancora di più la situazione ed esasperare gli animi. Sentire Pioli ricordare la sportività di Pulisic e il capitano Calabria criticare l’atteggiamento dei giocatori della Lazio, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Il presidente della Lazio Claudio Lotito ha attaccato Di Bello a fine partita – Romacityrumors.it – Ansafoto

A cosa serve il Var?

Il sistema arbitrale non funziona: è evidente. La Var, utilizzata in questo modo, è inutile e per certi versi dannosa. Se un arbitro davanti al monitor non viene messo nelle condizioni di intervenire, forti di un protocollo che porta a non modificare le scelte dell’arbitro di campo anche di fronte a situazioni come quelle viste ieri, che senso ha mantenerla? A cosa è servito ieri Di Paolo davanti ai monitor, se non è intervenuto, nè sul rigore, nè sull’espulsione? A cosa serve il Var, se da protocollo chi era davant alla tv non poteva richiamare l’arbitro e fargli notare la gomitata su Castellanos? In un calcio moderno nel quale girano milioni e il futuro dei club dipende da pochi punti in classifica, è possibile mettere nelle mani di certi arbitri il destino delle società?

Chiudiamo con un plauso ai tifosi presenti ieri allo stadio Olimpico. Qualcuno poteva rovinarsi la vita (oltre al fegato), reagendo in modo scomposto al desolante spettacolo al quale ha assistito. I 50.000 laziali presenti ieri, hanno dato a Di Bello, a Rocchi e all’intero sistema calcio italiano, una dignitosa e spettacolare lezione di comportamento. Ma ora basta! Serve una rivoluzione: per evitare che altri Di Bello possano nuovamente dare un ulteriore colpo di grazia ad un sistema calcio già poco credibile.

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