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The Borderline, la mossa a sorpresa della Procura su Matteo Di Pietro

Il 14 giugno scorso il piccolo Manuel Proietti, di cinque anni, fu ucciso, colpito da una Lamborghini Suv, guidata dal leader dei The Borderline. Un gruppo di influencer romani. La scelta della Procura stupisce

Una mossa a sorpresa da parte della Procura di Roma sull’inchiesta che vede protagonista Matteo Di Pietro, il giovane studente di 20 anni, che secondo l’accusa provocò lo schianto e la morte di Manuel Proietti, il bimbo di soli 5 anni, che si trovava a bordo di una Smart, insieme alla madre, Elena Uccello e alla sorella.

Matteo Di Pietro, il leader del gruppo The Borderline, accusato della morte del piccolo Manuel Proietti, di soli cinque anni – Roma.Cityrumors.it

La vicenda risale al giugno scorso. Lo youtuber si trovava alla guida di una Lamborghini, che aveva noleggiato insieme ad altri quattro amici e componenti del gruppo The Borderline.  Influencer che erano soliti realizzare dei video in rete, nei quali cercavano di realizzare imprese sempre più paradossali. L’incipit del loro canale Youtube era chiaro: “Non siamo ricchi ma ci piace spendere per farvi divertire a voi! Tutto quello che facciamo si basa su di voi, più supporto ci date più contenuti costosi e divertenti porteremo, tra sfide, challenge e scherzi di ogni tipo cercheremo di strapparvi una risata in ogni momento”.

Il 14 giugno scorso stavano provando l’ennesima impresa ai limiti della legalità: guidare in modo ininterrotto per 50 ore consecutive una macchina di grande portata: per l’occasione scelsero un Lamborghini Suv. Passando nei pressi di una scuola materna, persero il controllo della loro macchina e si andarono a scontrare contro una Smart parcheggiata. All’interno c’erano il piccolo Manuel Proietti di cinque anni, appena prelevato dall’asilo, insieme alla madre e alla sorellina. “Abito qua da 45 anni  dichiarò una testimone – la macchina proveniva da una strada da cui non c’è molta visibilità. Da quello che mi hanno raccontato alcuni vicini, i ragazzi sul suv hanno provato a superare una macchina, andavano a grande velocità e hanno investito l’auto della signora che stava aspettando fuori dall’asilo. E’ allucinante, ancora non riesco a crederci”. Nell’incidente anche la madre, 29 anni, e la figlia di tre anni rimasero ferite.

The Borderline, la scelta della Procura

A distanza di quasi sei mesi dal tragico incidente, la Procura di Roma ha chiesto il giudizio immediato per Matteo Di Pietro, il giovane studente di 20 anni, Youtuber e fondatore del gruppo Theborderline, che secondo l’accusa,  era alla guida di un del Suv della Lamborghini preso a noleggio per girare un video da postare sui social. All’indagato, gli inquirenti contestano i reati di omicidio stradale e lesioni. La decisione, sull’eventuale giudizio immediato per lo Youtuber spetta ora la Gip di Roma.

Matteo Di Pietro, lo youtuber accusato dell’omicidio di Manuel Proietti, il bimbo di cinque anni morto a Casal Palocco a Roma – Roma.Cityrumors.it – Facebook –

Lo stesso che, il 27 giugno scorso, spiegando i motivi dell’arresto del giovane Youtuber, rivelò i dati registrati dal GPS della Lamborghini: “Emerge che il Suv al momento di imboccare Via di Macchia Saponara alle ore 15:38 si fermava. Dopo avere imboccato la via riprendeva la corsa, raggiungendo in soli 14 secondi la velocità di 124 km/h immediatamente prima dell’impatto. L’assenza di tracce di frenata – scrisse il giudice – dimostra verosimilmente che la decelerazione improvvisa e rapidissima è stata conseguenza dell’avvistamento dell’auto in prossimità del punto in cui si è verificato l’incidente”. L’indagato “per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia e inosservanza delle norme sulla circolazione stradale ha tenuto una velocità eccessiva (allo stato accertata in oltre 120 chilometri orari su via di Macchia Saponara) in rapporto al limite lì imposto (50 km/h) e comunque non adeguata alle caratteristiche e alle condizioni della strada urbana percorsa e all’approssimarsi a un’intersezione, non riusciva ad arrestare tempestivamente il veicolo e andava a collidere, travolgendola, contro la parte laterale destra dell’autovettura Smart che proveniva dal senso opposto di marcia e aveva intrapreso una svolta a sinistra”.

Il giudice spiegò inoltre che Di Pietro, alla vigilia della challenge, ha noleggiato  il Suv Lamborghini con “l’unico ed evidente fine di impressionare e catturare l’attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere a una velocità superiore ai limiti indicati”. Secondo quanto riportato, gli altri componenti del gruppo, che si trovavano all’interno della vettura, avevano cercato molte volte di convincerlo a rallentare. “Tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all’interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità”, ha continuato.