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Si sente male alla stazione Termini, ma l’ambulanza non la soccorre: “E’ troppo sporca”

 Oggi ricorre l’anniversario di una delle pagine più buie della storia della nostra città. Modesta Valenti, una senza tetto che viveva alla stazione Termini, morì dimenticata da tutti

La “martire dell”indifferenza”, il simbolo del  menefreghismo di una società incapace di aiutare chi soffre, arrivando a dimenticare chi si trova in situazioni oggettive di difficoltà. Il 31 gennaio del 1983, con la morte di Modesta Valenti, Roma viveva una delle pagine più buie e dolorose della sua storia. Una città che stava provando a risollevarsi e nel pieno del rilancio economico e industriale, si dimenticò completamente di un’anziana, che chiedeva disperatamente aiuto. Viveva ai margini della società, dimenticata da tutti. Vagava tra i binari della stazione Termini in cerca di aiuto, barcamenandosi tra enormi difficoltà. Ma durante una notte particolarmente fredda, ebbe una crisi, che le provocò la morte. Nell’indifferenza di chi avrebbe dovuto soccorrerla.

La stazione Termini di Roma, teatro del dramma di Modesta Valenti, morta nell’indifferenza generale e senza che i medici siano intervenuti – Roma.Cityrumors.it

Ricorre oggi l’anniversario di Modesta Valenti. La donna senza fissa dimora che 41 anni fa morì davanti alla stazione romana dopo ore di agonia, perché l’ambulanza si rifiutò di portarla in ospedale, a causa delle sue scarse condizioni igieniche. Una storia assurda, impensabile per una città come Roma, la Capitale d’Italia. Una vicenda che ha scosso le coscienze ed ha aperto interrogativi e domande. “Questa figura – ha dichiarato Augusto D’Angelo, professore di Storia contemporanea e Storia del cristianesimo contemporaneo all’Università La Sapienza e membro della Comunità di Sant’Egidio –  è diventata gradualmente una memoria cittadina. Ogni anno viene ricordata con una liturgia che si tiene a Santa Maria in Trastevere la prima domenica dopo la sua morte ed è un momento molto toccante perché è il momento in cui vengono anche ricordate tutte le persone che negli ultimi anni sono morte per il freddo o per il disagio di vivere per strada e quindi questa memoria cittadina ha creato anche una grande sensibilità”.

Modesta è morta nell’indifferenza più totale. Quando si sentì male, gli altri senza tetto presenti riuscirono a chiamare l’ambulanza, chiedendo un intervento dei medici. Ma per gli operatori sanitari che accorsero, Modesta era troppo sporca. Una storia disumana, una denuncia all’indifferenza umana. Modesta era originaria di Trieste. Era nata nel lontano 1912: difficile capire cosa l’avesse spinta a raggiungere Roma. Non aveva parenti, amici o conoscenti in città. A chi le chiedeva lumi sul suo arrivo nella capitale, rispondeva: “Sono venuta per vedere il Papa”. Le persone che la incrociavano alla stazione, si intrattenevano spesso con lei. Alcune le portavano un panino, qualche moneta, un vestito nuovo per permetterle di ripararsi dal freddo pungente.

La chiamata all’ambulanza e la decisione dei medici

Ma dopo notte particolarmente  fredda, trascorsa in strada, la mattina del 31 gennaio del 1983, si sentì male. I passanti chiamarono subito l’ambulanza, ma i sanitari non la soccorsero. Modesta morì dopo quattro ore di agonia e dopo che vari ospedali si rimbalzarono tra loro la responsabilità di prenderla in carico. L’autorità giudiziaria sequestrò la salma, ne concesse il nulla osta 11 mesi dopo. A prendere in carica il feretro  è stata la Comunità di Sant’Egidio, la sua unica famiglia. “Per la Comunità di Sant’Egidio Modesta Valenti ha rappresentato l’incontro con un mondo di grande povertà, ma anche di grande attesa e di amicizia. Quando cominciammo ad andare nelle stazioni per portare cose da mangiare, coperte, bevande calde, ci rendemmo conto che molti di questi amici spesso e volentieri non avevano nessun tipo di accompagnamento sociale, di sostegno e quindi diventare un po’ la loro famiglia è stato il grande insegnamento, diciamo, che la morte di Modesta ci ha portato”, ha ribadito D’Angelo.

Modesta Valenti, morta a Roma alla stazione Termini, dimenticata da tutti e senza che le ambula.jpg – Roma.Cityrumors.it (Foto Facebook)

La targa dedicata alla stazione Termini

Il suo funerale è stato celebrato a Santa Maria in Trastevere  il 28 dicembre del 1983. Dal 10 Marzo del 2014 una targa commemorativa al binario uno della Stazione Roma Termini ricorda Modesta, la cui memoria è diventata un punto di riferimento dei tanti invisibili che si rifugiano nei margini della stazione ferroviaria. E un monito perché fatti del genere non avvengano mai più. “In Memoria di Modesta Valenti, anziana senza dimora, simbolo delle persone che vivono per strada. Morta in questo luogo il 31 gennaio 1983 – si legge nella targa –. La città di Roma la ricorda perchè nessuno muoia più abbandonato”.