La domanda di case extra lusso con tutti i confort nel cuore della capitale è spesso superiore all’offerta. “Investimenti da circa 5 milioni di euro”
Nel variegato e sempre più diversificato mondo della capitale, esiste una parte di territorio nel quale la popolazione vive dignitosamente tra mille sacrifici e cercando di sbancare il lunario. Ma c’è anche un’altra Roma, aristocratica e ricca, nella quale si fanno affari multimilionari. E in breve tempo. Con imprenditori (molto spesso stranieri) in grado di acquistare abitazioni extra lusso a prezzi esorbitanti.
Secondo i recenti dati diffusi da Barnes Index City, a Roma la domanda degli immobili extra lusso è fortemente in ascesa. Nel report annuale stilato, la capitale si conferma la città preferita dagli ultra ricchi. La domanda d’acquisto supera di gran lunga l’offerta e le case super costose vengono vendute mediamente in meno di una settimana, talvolta addirittura in off-market.
Il network immobiliare internazionale (specializzato nel settore del luxury real estate e nell’intermediazione di servizi di lusso legati all'”Art de Vivre”), regala una fotografia piuttosto chiara del mercato immobiliare romano e di come sia influenzato dalla presenza di ultra ricchi. Roma, in questa speciale classifica stilata da Bernes, si trova all’undicesimo posto tra le città più ricercate dai super-ricchi del mondo. Dopo un forte rimbalzo al +6,7% nel 2021 e un +3,7% nel 2022, la crescita italiana dovrebbe raggiungere +0,3% entro la fine del 2023.
La capitale è passata nel giro di 365 giorni dal 22esimo posto dell’anno scorso all’11esimo posto in classifica e la situazione immobiliare mostra segni di cambiamento. La Capitale, nello specifico, fa un balzo in avanti nella classifica delle 50 città più desiderate dagli ultra-ricchi del mondo, confermando il trend di crescita della domanda degli ultimi anni.
Questi dati fanno emergere una verità difficile da ipotizzare. Al netto di una grande richiesta (soprattutto da imprenditori stranieri, in primis statunitensi e francesi), manca una valida offerta. “L’expertise degli agenti, unita a una strategia di marketing perfezionata sempre di più sul target di riferimento, ci ha permesso di vendere le property in media in meno di una settimana”, dichiara Giovanni Gargano, CEO Managing Partner di Barnes Roma.
Le compravendita di queste abitazioni si risolvono in brevissimo tempo. “Talvolta addirittura off-market, ma in questo momento la ricerca è focalizzata proprio sulle case da poter offrire agli acquirenti di tutto il mondo”, continua Gargano . “Complici gli affitti brevi che durante il Covid avevano vissuto un periodo di fermo, è sempre più difficile che una proprietà venga messa sul mercato, rischiando però che, come avviene al giorno d’oggi, l’offerta non sia in grado di accontentare la domanda. Per questo siamo sempre alla ricerca di case di lusso che possano accontentare i nostri clienti e posizionare sempre di più Barnes come leader nella ricerca e nella compravendita”, prosegue Gargano.
Ma quanto può costare ad un imprenditore straniero, una casa superlusso nel cuore della capitale. Barnes Index City 2023 ha stimato che i super-ricchi spendono in media 5 milioni per la seconda casa. Tra le tipologie più ricercate nel centro storico vi sono gli attici con terrazzo, che diano una vista panoramica sulla città eterna, permettendo ai proprietari di godere di un ampio spazio esterno. L’attico è da sempre un obiettivo della stragrande maggioranza delle persone. Riuscire ad acquistarlo nel centro della Capitale e all’interno di un’abitazione extra lusso, è il top.
Sempre più richiesta, inoltre, la posizione nel centro storico e nei quartieri adiacenti, insieme alla tipologia di residenza, che rispecchi alti standard qualitativi e ampie metrature. Roma attira inoltre molte coppie LGBTQ da tutto il mondo, con alto reddito e senza figli, con una preponderanza da America e Nord Europa. “Le transazioni immobiliari nel 2023 si aggireranno intorno alle 600.000: una delle grandi sfide per i prossimi anni sarà dettata dall’efficienza energetica degli alloggi, che rappresenta al momento una centrale preoccupazione per gli acquirenti, difficilmente implementabile negli edifici storici”, conclude Gargano.