Non ci sarà una nuova indagine sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini. La Procura di Roma ha rigettato l’istanza depositata a marzo.
Nell’atto si chiedeva di accertare a chi appartenessero i tre dna individuati dai carabinieri del Ris nel 2010 sulla scena del crimine. Era stato presentato dall’avvocato Stefano Maccioni, a nome del regista David Grieco, dello sceneggiatore Giovanni Giovannetti e dell’Ordine dei giornalisti del Lazio.
Nel provvedimento in cui il pubblico ministero Francesco Minisci rigetta l’istanza, spiega che gli spunti “valutati alla luce delle imponenti attività svolte” nel precedente procedimento “non sono idonei a consentire l’attivazione della procedura di riapertura delle indagini”.
Secondo la Procura si tratta di elementi “aventi natura eterogenea quanto alla tipologia e generica quanto alla portata, per alcuni aspetti non focalizzati sull’omicidio ma riguardanti episodi di contorno, talora ripetitivi di attività già svolte e orientati verso soggetti già valutati, aventi a oggetto profili già presenti nell’atto di opposizione depositato nel procedimento definito con ordinanza di archiviazione”, come riporta Agi, citando il procedimento.
E “riferiti a un raggio investigativo dal carattere sostanzialmente perlustrativo, che non appaiono utili ad aggiungere altri elementi alla mole e alla completezza di indagini (già svolte dall’Ufficio e valutate dal gip di Roma), tanto da condurre alla prosecuzione delle indagini”.
“Prendiamo atto con malcelata amarezza della decisione presa dalla Procura di rinunciare all’accertamento delle effettive responsabilità per l’omicidio di Pier Paolo Pasolini. È una sconfitta per tutti coloro che credono che il nostro Stato debba arrivare a garantire giustizia soprattutto in questa vicenda”. Questo il commento dell’avvocato Maccioni all’agenzia di stampa Agi.
“È evidente che Giuseppe Pelosi non possa essere considerato l’unico responsabile dell’omicidio ma si rinuncia a svolgere ulteriori indagini ritenendo che quelle svolte dal 2010 al 2015 siano state sufficienti. Ma se così fosse perché non si è arrivati a una soluzione? Perché non si è mai indagato sul movente? Perché ancora una volta non si è acquisito il fascicolo relativo a Pier Paolo Pasolini custodito presso il DIS?”, aggiunge l’avvocato.
“Perché non si è ritenuto necessario sentire Maurizio Abbatino su quanto dichiarato alla Commissione parlamentare antimafia in merito alla sua partecipazione al furto delle pizza di Salò? Perchè non si effettuano ulteriori accertamenti scientifici sui 3 dna rinvenuti sulla scena del crimine su alcune persone? A tutte queste domande i cittadini italiani e non solo non troveranno mai risposte. Decidiamo di pubblicare integralmente il rigetto invitando chi sa a parlare perche’ non potremo mai accettare che lo Stato rinunci ad accertare la verità”.