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Legge di Bilancio, Ottaviani (Lega): “Si possono abbassare le accise, ma vanno trovate altre risorse”

Legge di Bilancio e salario minimo sono due dei temi che la politica dovrà affrontare quando la pausa estiva sarà terminata. 

In un’intervista a Notizie.com, Nicola Ottaviani segretario della Commissione bilancio alla Camera per la Lega, spiega che “L’obiettivo primario è abbattere il cuneo fiscale affinché ci siano maggiori risorse nelle tasche degli italiani. Per realizzarlo, parliamo di uno stanziamento di 11-12 miliardi di euro. Al vaglio c’è una razionalizzazione delle spese. Significa investire dov’è necessario riducendo i costi voluttuari che riguardano soprattutto la pubblica amministrazione. Bisogna cercare di incidere nuovamente sulle centrali di committenza per far sì che ci siano aggregati macro per portare avanti le economie di scala”. 

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Le risorse verranno attinte anche dalla tassazione degli extraprofitti delle banche?
“Si stimano tra i 2,8 e i 3,2 miliardi entrate da questa tassazione. Non potremo limitarci ad esse. Vedremo se sarà un provvedimento una tantum o strutturale. È in corso un dialogo in maggioranza. Ma è certo che da solo non sarà in grado di garantire tutte le esigenze di bilancio e a finanziare completamente il programma di governo del centrodestra”;

Il ministro Urso è stato categorico sul taglio alle accise dei carburanti. Alle richieste di associazioni e sindacati, ha risposto che non è possibile un provvedimento come quello di Mario Draghi. Verrà escluso dalla legge di Bilancio?
Sulla materia delle accise siamo davanti a un comparto molto particolare per lo Stato. Buona parte delle imprese petrolifere che rappresentano un riferimento importante, sono italiane e vedono nello Stato il principale azionista in via diretta o indiretta. A ciò va aggiunto che circa il 53% del prezzo del gasolio e il 55% di quello della benzina sono rappresentati da Iva e accise. Sostanzialmente quindi, lo Stato trae una fonte di sostentamento quasi primaria dalla rivendita dei prodotti petroliferi. Ridurre le accise non può essere una scelta indolore rispetto agli introiti che lo Stato ha per finanziare la spesa pubblica. Il ministro Urso ritiene che sia necessaria una previsione di compensazione”;

Sì. Si possono anche abbassare le accise e in generale le tasse sui prodotti petroliferi, ma va trovata una finanza corrispondente per compensare i minori introiti dello Stato. In situazioni di emergenza è difficile portare avanti questi meccanismi che hanno bisogno di maggiori studi e analisi e non si decidono in estate, sull’onda di picchi di prezzi che si realizzano anche a causa di esercenti non del tutto onesti”;

Sta dicendo che vanno aumentati i controlli della Guardia di Finanza?
Per buona parte della rete, i livelli medi dei prezzi dei carburanti sono sotto i 2 euro al litro. In alcune zone, specie in autostrada, si fa pagare di più e questo incide sul prezzo medio nazionale. C’è qualcosa che non va nel meccanismo di controllo e repressione di questi abusi. Vanno sanzionati. Una maggiore vigilanza da parte degli organismi preposti, forse è più utile di un provvedimento spot come la riduzione delle accise che, come ho detto, avrebbe riverberi sui conti pubblici”;

Tornando all’extra-gettito delle banche: il provvedimento diventerà strutturale o no?
“C’è un dibattito del governo e della maggioranza in corso per decidere se la tassazione degli extraprofitti sarà temporanea o a regime. Affronteremo il tema dopo l’estate. Allo stesso modo dovremo affrontare il fatto che il sistema bancario non può risentire troppo della tassazione. Quindi valuteremo la possibilità di portare la tassa in deduzione fiscale, spalmandola in 5 anni. Ciò è materia di confronto con chi si occupa di finanza pubblica a livello istituzionale e durante l’iter parlamentare sarà fatta scelta più appropriata. Certo è che non possiamo tollerare le urla scomposte di una parte della sinistra che sembra volersi strappare le vesti contro un provvedimento che definiscono abnorme e contro l’economia del Paese”;

Le opposizioni stanno raccogliendo le firme per la loro proposta di legge sul salario minimo. Dopo la riunione prima della pausa estiva hanno dichiarato che il governo non abbia controproposte concrete. L’esecutivo vuole rafforzare la contrattazione collettiva e tutti restano fermi sulle proprie posizioni. Come si risolve?
Le opposizioni raccontano bugie. Se fosse stato semplice stabilire un salario minimo lo avrebbero fatto quando erano al governo negli ultimi vent’anni. Anche Schlein sa che riforme di questo tipo rischiano di peggiorare la situazione. L’Europa impone una soglia minima di salario ai Paesi che non hanno una contrattazione collettiva forte e non è il caso dell’Italia, dove si arriva a una percentuale tra l’82 e l’83%. Lo dicono Istat e Cnel. In alcuni casi, la soglia minima supera i 9 euro. Il rischio è che chi si siede al tavolo, contratti una soglia al ribasso. Ciò comporterebbe una paralisi produttiva e Meloni ha fatto bene a delegare la materia al Cnel prima di prendere decisioni”;

Intanto la raccolta firme per la proposta di legge va avanti.
Se fosse vero che sono state raccolte 300mila firme, valuteremo la proposta come stiamo già facendo. Ma un conto è valutare la pdl con il supporto di Cnel, un altro è fare una legge sul salario minimo per fare un esperimento. In politica economico-finanziaria non possiamo più permetterci esperimenti: lo abbiamo visto con il reddito di cittadinanza. Tuttavia, il nostro governo ha coraggio e valuteremo la proposta”.