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La polizia alza la voce: “L’anarchia è vicina. La nostra vita vale poco…”

Andrea Cecchini, portavoce di Italia Celere, in esclusiva a Roma.cityrumors.it: “Dopo la manifestazione del cinque ottobre scorso, siamo rimasti con l’amaro in bocca”

Un poliziotto in ospedale con il bacino rotto, altri trenta costretti a ricorrere alle cure dei sanitari, oltre ad una lunga serie di danni che hanno portato alla distruzione di alcune zone della capitale. La manifestazione dello scorso cinque ottobre ha lasciato strascichi e polemiche. Il mondo delle forze dell’ordine ha deciso di alzare la voce e di protestare: per il trattamento subito e per la mancanza di provvedimenti nei confronti di chi si è reso protagonista di atteggiamenti poco consoni. In esclusiva ai microfoni di Roma.cityrumors.it, Andrea Cecchini, portavoce di Italia Celere (il principale sindacato della Polizia italiana), protesta.

Gli scontri nel cuore della capitale di sabato cinque ottobre – Roma.cityrumors.it

Cecchini, sono passati cinque giorni dalla manifestazione nella capitale, dove numerosi rappresentanti delle forze dell’ordine sono stati colpiti…
“Siamo indignati perchè la vita di un poliziotto vale davvero poco nel nostro Paese. Vogliono marchiare noi poliziotti rendendoci sempre riconoscibili, ma non dicono nulla di questi ragazzi, obiettivamente delinquenti, che commettono episodi gravi nei confronti dei poliziotti”.

Sui social ha pubblicato un video dal titolo: Sapete quanto vale la vita di un poliziotto? Il filmato è diventato virale…
“Il valore della vita di un poliziotto corrisponde alla risposta che da lo Stato a chi manda un poliziotto in ospedale. Il ragazzo che è stato accusato di aver rotto il bacino ad un poliziotto, sabato cinque ottobre a Piazzale Ostiense è stato condannato agli arresti domiciliari. Ad aspettarlo fuori Piazzale Clodio e a festeggiarlo, c’erano gruppi di amici, parenti e appartenenti ai centri sociali, che festeggiavano con striscioni e fumogeni. C’erano anche dei giornalisti con le telecamere e i microfoni, pronti ad ascoltare il pensiero di un nuovo eroe nazionale”.

Questa cosa vi ha portato uno stato di grande amarezza?
“Non solo questo. Anche un’altra considerazione: dei danni commessi sabato cinque ottobre a Roma, c’è forse qualcuno che ha pagato qualcosa? Rispondo io: no. E sa qual è la cosa che mi fa più arrabbiare?”.

Me lo dica…
“Che se io con la mia macchina butto giù un segnale stradale o un palo,  dopo aver preso un verbale per guida non adeguata, il gestore della strada mi fa ripagare il danno. Mi viene chiesto indietro il valore del palo che ho distrutto. Quei pali divelti al centro di Roma, non verranno pagati nessuno. Se non dai cittadini romani tramite le tasse. I danni fatti ai poliziotti non li pagherà nessuno. Di questo dovrebbe indignarsi il popolo, non i poliziotti, esausti da questa situazione”.

Andrea Cecchini, portavoce di Italia Celere, il principale sindacato di Polizia – Roma.Cityrumors.it

La manifestazione del cinque ottobre non ha quindi lasciato strascichi…
“Colui che è stato accusato di aver rotto il bacino ad un poliziotto sabato cinque ottobre, e che per la legge attualmente è ancora innocente, è ai domiciliari a casa. Degli altri, non c’è traccia. Nessuna responsabilità penale, nessuna accusa. Noi poliziotti, solo per difenderci siamo definiti manganellatori fascisti, spregiudicati violenti da condannare. Gli altri invece possono mandarci in ospedale e nessuno dice nulla. Il problema è che l‘anarchia è vicina. Tutti avranno il diritto e si sentiranno in dovere di fare quello che vogliono”.

E la politica?
“Ho sentito con le mie orecchie europarlamentari, appoggiati da gruppi politici, parlare della legalità come di una cosa non giusta: di fronte a questa situazione siamo indignati. Quello che succede in Italia non accade in altre parti del mondo”

Ma anche in altre nazioni abbiamo visto manifestazioni sfociate in episodi di violenza…
“Certo le manifestazioni, le sassaiole, gli attacchi ai poliziotti, ci sono ovunque. Ma c’è una differenza. Se in Germania tiri un sasso ad un poliziotto, vai subito in galera. Non aspetti mille processi e non hai qualcuno che ti fa passare per vittima. In Italia invece, dopo essere stato mandato in ospedale, è il poliziotto che rischia di andare in galera”.