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Giorno della Memoria, Fadlun: “E’ stato evitato l’oltraggio”

Il presidente della comunità ebraica romana, Victor Fadlun, ha rilasciato una intervista ai microfoni del ‘Corriere della Sera’

Non si sta parlando d’altro se non del rinvio delle manifestazioni, a favore della Palestina, convocate nella giornata di domani. Non una data qualunque visto che, sabato 27 gennaio, è il ‘Giorno della Memoria‘ per onorare e ricordare tutte le persone che persero la vita nel campo di concentramento di Auschwitz. Victor Fadlun, presidente della comunità ebraica romana, aveva rivolto un appello alle istituzioni. Ed a quanto pare è stato accolto.

Il presidente della comunità ebraica romana, Victor Fadlun (Ansa Foto) Roma.cityrumors.it

Non ha potuto contenere la sua soddisfazione. Il numero uno della comunità ne ha parlato in una intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera‘. Nel corso della stessa ha voluto ringraziare in primis il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e soprattutto le articolazioni del suo dicastero, affermando che in questo caso c’è stata molta sensibilità. Segno del fatto che è stato evitato un grave oltraggio nel Giorno della Memoria dedicato al ricordo della Shoah.

Giorno della Memoria, Fadlun ringrazia ministro Piantedosi

Fadlun non ha dubbi, tanto da rivelare che se non fosse stata accettata la sua richiesta sarebbe stata una sconfitta non solamente per lui, ma per tutti coloro che intendono onorare quel giorno e non dimenticare. Punta il dito contro gli organizzatori di quella manifestazione, accusandoli di provocazione nell’aver scelto sicuramente una data particolare. Anche se, in questi giorni, non gli hanno fatto molto piacere quello che i suoi occhi hanno visto.

Il presidente della comunità ebraica romana, Victor Fadlun (Ansa Foto) Roma.cityrumors.it

In particolar modo in alcune manifestazioni dove sono state bruciate alcune bandiere israeliane in strada ed applausi ad Hamas. Gente che ballava, cantava ed “invitava” ad uccidere altri ebrei. Gli stessi organizzatori avevano scelto una frase di Primo Levi, sopravvissuto ad Auschwitz, del libro “Se questo è un uomo“. Una scelta che lo stesso Fadlun fa fatica a condividere.

Tanto da ribadire: “Primo Levi ha concluso la sua vita suicidandosi. Era convinto che il suo lavoro di testimonianza sulle atrocità naziste non fosse servito. Utilizzare le sue parole è stato semplicemente terribile“. Alcuni studenti dell’Università Roma Tre hanno paragonato quanto accaduto ad Auschwitz con quello che si sta verificando adesso in Israele, in particolar modo a Gaza.

La risposta in chiusura da parte di Fadlun non si è fatta attendere: “Nei ghetti nazisti gli ebrei erano stipati e chiusi in condizioni disumane e pronti ad essere assassinati. Da Gaza, invece, sono usciti gli assassini che il 7 ottobre sono andati in Israele con lo scopo di uccidere“.