Che fine fanno tutte le monetine gettate nella Fontana di Trevi a Roma?

Ogni anno centinaia di persone vengono a Roma e lanciano una moneta nella famosa Fontana di Trevi per esprimere un desiderio

E’ l’obiettivo di ogni turista in visita nella Città Eterna: lanciare una monetina dentro l’acqua della Fontana di Trevi per aver diritto a esprimere un desiderio, che il più delle volte è proprio quello di ritornare a Roma. Ma il rito originario era ben diverso, non tutti sanno infatti che affinché il desiderio si realizzi, il gesto deve essere fatto mettendosi di spalle alla fontana, con la mano destra sulla spalla sinistra, tenendo gli occhi chiusi e girandosi velocemente per incontrare con lo sguardo l’attimo in cui la moneta entra in acqua. Inoltre il desiderio era standardizzato: tornare nella Città Eterna.

Un’antica usanza a Roma – Roma.Cityrumors.it –

 

Progettata nel Settecento da Nicola Salvi, anche se i lavori vennero terminati però da Giuseppe Pannini, fu inaugurata nel 1735. La parte più bella della fontana ha come tema l’acqua, ed è rappresentata da una conchiglia che funge da cocchio, trainata da tritoni. Accanto c’è anche la fontana degli innamorati. Secondo la leggenda, se due innamorati bevono l’acqua della fontana, rimangono per sempre fedeli e innamorati l’uno dell’altra.

Leggenda antica

Gettare monete nelle fontane o nei pozzi per propiziarsi la fortuna è un gesto con origini antiche ed è probabilmente da attribuire alla credenza che l’acqua fosse abitata da divinità. Era quindi un modo per garantirsi la fortuna e la realizzazione del desiderio espresso, ma aveva anche funzioni igieniche. Le monete erano infatti composte perlopiù da rame o argento, che a contatto con l’acqua producevano una reazione chimica che ne impediva l’inacidimento Un’altra leggenda invece consiglia di lanciare tre monete nella fontana, ognuna delle quali equivale a un desiderio: la prima moneta è legata al ritorno a Roma, la seconda all’incontro con l’amore della propria vita e la terza all’avverarsi del desiderio di matrimonio o per altri al separarsi dal proprio partner e di trovarne uno nuovo.

Ma nel momento di compiere questo rito propiziatorio nessuno immagina che questo piccolo gesto è in realtà un grande aiuto per tante persone che versano in condizioni difficili. Infatti, gli 1,5 milioni di euro di media annuale di monetine raccolte rappresentano circa il 10% del bilancio romano, con picchi che possono arrivare anche a 7mila euro per singola raccolta, specialmente nel periodo di Pasqua e durante l’estate. “I turisti che vengono a Roma e lanciano la monetina fanno un grande servizio di aiuto ai poveri della città”, dice Giustino Trincia, direttore di Caritas Roma, spiegando che queste monetine, una volta raccolte, vengono utilizzate per finanziare progetti di aiuto ai senzatetto, ai malati e alle persone in condizione di estrema povertà. Centri per i malati d’Alzheimer o per le madri sole e i loro bambini, i funerali per non residenti, il supporto alle associazioni che lavorano nel sociale, tutto il polo Caritas di Ostia, dalla mensa, al dormitorio, passando per l’assistenza alle parrocchie, il servizio notturno itinerante per i senza dimora.

Una delle fontane più belle del mondo – Roma.Cityrumors.it –

 

Un accordo per un aiuto concreto

Da anni, infatti, esiste una convenzione tra il Campidoglio e la Caritas diocesana della Capitale, poi Acea si prende cura dell’acqua e dell’impianto d’illuminazione e raccoglie le monete con una pompa aspiratrice per poi procedere alla quantificazione dell’ammontare. A processo in corso vengono raggiunti da un rappresentante della Caritas, quasi sempre Fabrizio Marchioni, e dai vigili urbani, che hanno il compito di appuntare il peso totale del raccolto e redigere un verbale. In seguito, Enrico Chiolini, volontario di 62 anni, aiuta a stendere le monete su un grosso tavolo per asciugarle con un phon e rimuovere le impurità. Un’ altra importate iniziativa sostenuta con le monetine dei turisti, che possono essere anche yen, sterline, dollari, sono gli empori della solidarietà, oggi ce ne sono più di 130 in Italia e a Roma ce ne sono cinque, finanziati in parte da Fontana di Trevi e in parte da fondi europei e donazioni del Vaticano o di aziende locali e nazionali. In questi negozi particolari si possono spendere i punti assegnati su una tessera ricevuta dagli operatori degli stessi empori, in base al numero dei componenti la famiglia e alle condizione socioeconomiche. Funzionano come normali supermercati, provvisti di quasi ogni necessità, dal pane alla carne, passando per i prodotti per bambini fino all’igiene della casa.

 

 

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