Catechista abusò di una 14enne in parrocchia: “Il parroco le chiese di non dire nulla”

Un catechista di una parrocchia romana a processo per gli abusi ai danni di una quattordicenne. Il terribile racconto in aula di testimoni e familiari

Aveva solo quattordici anni, quando (tra il 2009 e il 2012) frequentava assiduamente la parrocchia di Santa Rita da Cascia, nel quartiere Casalotti a Roma. Marta (nome di fantasia), partecipava alle riunioni con i catechisti e alla vita della parrocchia: ma nel corso di quegli incontri accadde qualcosa che l’ha segnata profondamente e che ha portato all’apertura di un’inchiesta e di un processo. Una vicenda terribile, nella quale le violenze fisiche si mischiano a quelle psicologiche: oltre ad aver subito gli abusi, alla ragazzina è stato chiesto infatti di mantenere il silenzio: per non creare uno scandalo e per evitare l’intervento del padre poliziotto.

Un catechista ha abusato di una 14enne in parrocchia. Il parroco mise tutto a tacere – Roma.Cityrumors.it

Marta ha subito ripetute violenze sessuali, perpetrate nel tempo da uno dei catechisti che la seguivano. Nonostante le “raccomandazioni”, non ha avuto paura ed ha accusato il suo aggressore, G.V., che avrebbe dovuto svolgere il ruolo di educatore, ma che (secondo l’accusa) ha approfittato della sua posizione per poter abusare della quattordicenne. Il processo, iniziato nella capitale, ha vissuto immediatamente momenti molto delicati. A cominciare da una delle testimonianze di un responsabile della parrocchia: “Nel 2013 un presbitero di cui non posso fare il nome, mi riferì di alcune problematiche intime sorte all’interno del gruppo di giovani: mi disse che c’erano stati dei problemi tra un educatore e una ragazzina, ma senza farmi nomi e cognomi”.

“Non dire niente a tuo padre”

Il religioso, pur non sapendo il presunto colpevole, riesce in breve tempo a capire cosa fosse accaduto all’interno della parrocchia: “Ho guardato l’elenco, ho chiamato personalmente G. V. e l’ho invitato a casa mia fuori Roma per farmi raccontare cosa fosse realmente accaduto. Lui ha ammesso di essersi baciato con una ragazzina. Mi ha parlato solo di un bacio e quando ho chiesto a Marta di raccontarmi i fatti anche lei ha confermato”. Secondo il racconto del testimone, tra i due ci sarebbe stato solo un bacio. Motivo che l’avrebbe portato a far promettere alla ragazza di non raccontare nulla, per non far scoppiare uno scandalo ed evitare una reazione sconsiderata da parte del padre della ragazza: un poliziotto. “Così ho informato subito il parroco di Santa Rita da Cascia, ormai deceduto da diversi anni, che mi ha consigliato di non dire nulla a nessuno per non allarmare sia la famiglia della ragazza sia la famiglia dell’imputato, padre di quattro figli”.

Il racconto alla madre: scoppia lo scandalo

La situazione cambia nel 2018: Marta trova il coraggio di riferire alla madre ciò che è successo. Quest’ultima alza il telefono e chiama il responsabile della diocesi. Lo stesso che chiese alla 14enne di rimanere in silenzio.Ho ricevuto una telefonata dalla mamma di Marta prosegue l’uomo nella testimonianza che diceva di aver parlato con la figlia”. La mamma è arrabbiatissima. Pretende di conoscere la verità. Le sue parole vengono rilanciate nel gruppo parrocchiale, che si riunisce e allontana G.V. dalla parrocchia. “Lo abbiamo interrogato in chiesaracconta ancora il testimonee lui ha ammesso di aver avuto tre rapporti in totale durante gli incontri di post cresima”.

La Chiesa Santa Rita da Cascia dove si è consumato lo stupro, nel quartiere Casalotti a Roma – Roma.Cityrumors.it

Incontri che la parrocchia aveva organizzato per cercare di non perdere il contatto con tutti i ragazzi che avevano frequentato la Chiesa durante il periodo precedente alla Cresima: una sorta di catechismo postumo, nel quale affrontare i temi legati all’attualità e alla cristianità. In questi incontri si sarebbero perpetrate le violenze sessuali. Nel capo di imputazione viene evidenziato un particolare che rende la vicenda ancora più drammatica: il catechista avrebbe costretto la ragazzina ad avere rapporti sessuali non protetti, per via delle sue convinzioni religiose. “Mia figlia è viva per miracolo non ho idea di come abbia fatto a proseguire con la sua vita tenendosi tutto dentro ha detto la mamma in aula -. Ha subito le violenza da quando aveva 14 anni e dopo essere diventata maggiorenne ha deciso di sfogarsi. Una vergogna quello che è accaduto. All’interno della chiesa ci sono persone che fanno del bene, ma non tutte purtroppo. E poi c’è anche la morale. Non mi interessa se il parroco, all’epoca delle violenze, ha detto di tacere. Loro dovevano raccontare tutto e invece non l’hanno fatto”.

La moglie dell’imputato: “Eravamo in crisi. Mi ha raccontato tutto”

In aula era presente anche la moglie dell’imputato. La donna, sposata con il catechista, ha raccontato la sua versione. “Mi ha confessato tutto e io ho cercato di mettermi nei suoi panni. Ho analizzato il nostro rapporto e mi sono resa conto tra di noi si era creato un muro, ci eravamo chiusi in noi stessi”. Al tempo delle violenze, la donna e l’imputato erano sposati ed avevano quattro figli. “Se la giustizia non farà il suo corso sicuramente ne risponderanno davanti a Dio”, la chiusura della mamma di Marta, al termine della sua audizione.

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