Caldo, il consiglio dei pediatri: “Allattare al seno aiuta contro la disidratazione”

Gli esperti consigliano le mamme di allattare al seno durante i periodi più caldi: “Il latte materno è composto all’87% di acqua”

Il grande caldo che ha colpito la nostra Penisola e che dopo Ferragosto, secondo le previsioni degli esperti, rischia di tornare, può provocare gravi danni alla salute dei più piccoli. I pediatri, attraverso una nota diffusa dalla Società Italiana Pediatria, hanno deciso di regalare qualche consiglio utile per la salute dei bambini.

I pediatri consigliano l’allattamento al seno – Roma.cityrumors.it

Il primo, e forse più scontato è quello di idratarli nel miglior modo possibile. Per i più piccoli viene consigliato l’allattamento al seno. Secondo i medici il latte materno è nutriente e riesce a mantenere l’idratazione del piccolo. Inoltre è pratico, economico e riduce il rischio di infezioni. La Società Italiana di pediatria ha rilanciato un vero e proprio appello verso l’allattamento al seno. Anche alla luce dei recenti numeri.

Nel nostro Paese infatti  meno di un bambino su due all’età di 2-3 mesi viene allattato in maniera esclusiva al seno, con percentuali ancor più basse in alcune regioni (30% in Sicilia e Campania). Solo tre bambini su dieci, secondo lo studio effettuato, continuano a ricevere il late materno in modo esclusivo arrivati a 4-5 mesi. Una percentuale che si abbassa notevolmente in alcune regioni (13% in Sicilia e 16% in Campania). Eppure, i benefici dell’allattamento, sia per la mamma che per il bambino, sono ormai ben documentati. L’OMS e l’UNICEF raccomandano di allattare, quando possibile, in modo esclusivo fino ai 6 mesi di età e di prolungare l’allattamento fino ai 2 anni, se desiderato da mamma e bambino.

“Il latte materno è composto da acqua all’87%”

I dati pubblicati evidenziano una grande difficoltà da parte delle madri, nel garantire ai piccoli il latte materno nei primi mesi di vita del bambino. Una consuetudine che in estate, viste le alte temperature, porta a numerosi e ulteriori svantaggi.  “Il bambino allattato esclusivamente al seno, anche se fa molto caldo, è perfettamente idratato e non ha bisogno di assumere acqua. Il latte materno è infatti composto all’87% di acqua. È importante ricordare che, soprattutto d’estate, il fabbisogno idrico delle mamme che allattano aumenta e per tale motivo si consiglia di bere almeno due litri di acqua al giorno”, afferma Giovanni Corsello, Editor in Chief di Italian Journal of Pediatrics. Di questi 2 litri, mezzo litro è la quantità d’acqua necessaria alla mamma per produrre latte.

Se il bambino è soddisfatto dal restare al seno, non piange e le urine sono trasparenti vuol dire che si alimenta adeguatamente. Queste crisi di lattazione nella maggior parte dei casi si risolvono in tempi brevi; quindi, il consiglio è di tener duro, mantenere il bambino al seno senza dare aggiunte e soprattutto non smettere di allattare”, dichiara Riccardo Davanzo, Responsabile del Tavolo Tecnico Allattamento al Seno (TAS) del Ministero della Salute. Un altro motivo per cui spesso si smette di allattare è la paura che il bambino non cresca. “È importante che le mamme, guidate dai pediatri, siano informate sulle corrette curve di crescita, comprendendo che il ritmo di accrescimento non può essere sempre quello che caratterizza i primi due mesi. È normale, ad esempio, che una bambina di costituzione minuta tra 3 e 6 mesi cresca 400 gr al mese e non bisogna allarmarsi” aggiunge Davanzo.

L’appello dei pediatri per l’allattamento al seno nel periodo estivo – Roma.cityrumors.it

La crisi di lattazione alla base dei problemi

I pediatri continuano la loro battaglia, ricordando tutti i principali vantaggi nell’assumere il latte materno: dalla sicurezza alla praticità, visto che ” non richiede supporti come tettarelle, biberon da sterilizzare, che ancor di più d’estate possono essere veicolo di germi responsabili di infezioni, soprattutto intestinali’; è economico, perché non costa nulla e, soprattutto, a guadagnare è la salute: chi è stato allattato al seno ha più probabilità di star bene per tutta la vita”. Secondo gli esperti è la crisi di lattazione a portare numerose mamme a bloccare l’allattamento al seno.  Di cosa si tratta? All’improvviso un bambino che succhiava in maniera regolare, come un orologio, cambia registro e vuole restare attaccato al seno per tutto il tempo; a questo punto la mamma può pensare di non avere latte a sufficienza.

Un altro problema, evidenziato dagli esperti è lavorativo. La mamma dedica tutto il tempo necessario alla crescita del bimbo, fino a quando può rimanere a casa ad accudirlo. Quando deve tornare al lavoro è spesso costretta ad interrompere l’allattamento. È compito del pediatra informare adeguatamente la madre circa la possibilità di estrarre il latte e conservarlo, per poterlo somministrare al bambino senza sospendere l’allattamento e soprattutto senza andare incontro ad un calo di produzione conseguente ad un minor drenaggio del seno.

Come conservare il latte materno: i consigli

“È importante che la mamma conosca i tempi corretti di conservazione per evitare che il latte spremuto e ancora adatto alla somministrazione venga gettato (e quindi sprecato) senza motivo, oppure che si alimenti il bambino con latte conservato in modalità non idonea”, spiega il responsabile del TASIP Guglielmo Salvatori. Il latte materno, fresco o congelato, si conserva 4 ore a temperatura ambiente (non superiore a 25°C); 24 ore in borsa termica con blocchetti refrigeranti; in frigo, 96 ore se fresco o 48 se congelato; in freezer (-18°C) per 12 mesi. Prima dell’uso può essere scaldato a bagnomaria o con uno scalda-biberon (no microonde). Se caldo, non può essere riscaldato nuovamente o riposto in frigo; se congelato, lo scongelamento va fatto in frigo o sotto acqua corrente a 37 °C o a bagnomaria. Se scongelato, non può essere ricongelato. Lo scongelamento potrebbe portare a variazioni di colore o odore che non indicano una perdita delle sue proprietà. “La Società Italiana di Pediatria è da sempre impegnata a promuovere la cultura dell’allattamento al seno, attraverso la formazione dei pediatri e la corretta informazione rivolta alle mamme”, conclude la Presidente SIP Annamaria Staiano. “Il latte materno infatti è uno dei principali determinanti del benessere e della salute di ogni individuo per l’intera vita e quindi per le future generazioni”.

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