Rimasta senza scuola a 14 anni. La mamma: “Nessuno ci vuole. Siamo disperate”

Simona Foroni in esclusiva a Roma.cityrumors: “Mia figlia non trova una scuola che possa accoglierla. Da dicembre è iniziata la nostra odissea. Riceviamo solo porte chiuse in faccia. Il diritto all’istruzione deve essere per tutti”.

Esistono storie che fatichiamo a comprendere ed accettare. Soprattutto in una metropoli come Roma. “Quando ai primi di settembre suonerà la campanella per il ritorno in classe di migliaia di studenti, mia figlia non avrà un banco da condividere con nessuno. Da dicembre non faccio altro che contattare e chiamare scuole a Roma e in Provincia, ma nessuno mi ha risposto”. Simona Foroni, mamma di Mia, una ragazza di 14 anni protagonista inconsapevole di questa vicenda, racconta in esclusiva a Roma.cityrumors.it, l’incredibile disavventura che sta vivendo da mesi.

Scuola
La storia di Mia, la ragazza di 14 anni rimasta senza scuola a Roma – Cityrumors.it

“Tutto è iniziato a dicembre scorso, quando mia figlia, che frequentava il liceo Classico Orazio a Talenti, ha capito che quella scuola non faceva per lei. Io l’ho lasciata libera di scegliere la scuola da frequentare, senza intromissioni. Quando ha scelto di fare il Classico l’ho appoggiata. Ma a 14 anni si possono commettere errori o più semplicemente si può andare incontro a dei problemi. Lei, ad esempio, non aveva legato con una professoressa, che poi ho scoperto aver avuto problemi con numerosi studenti. Mia figlia ha capito che quel tipo di indirizzo non faceva per lei. Ne abbiamo parlato e insieme abbiamo deciso che fosse meglio orientarci verso scienze umane”.

Cosa ha fatto quindi?
“Mi sono documentata sul sito del Miur e ho letto che i trasferimenti in corso d’anno potevano essere fatti entro e non oltre il primo marzo. Ho iniziato a scrivere mail a vari licei, ma tutte le scuole contattate (e sono state davvero tante, tra il primo e il secondo Municipio), mi hanno risposto la stessa cosa: ‘ci dispiace, non abbiamo posto, siamo pieni, non possiamo accettare nuovi studenti’. Ho provato a rivolgermi, per un consiglio anche ai dirigenti della sua scuola. Ma senza avere risposte chiare. A quel punto ho cambiato indirizzo”.

Cioè?
“Ho iniziato a rivolgermi a scuole private, ma mi sono scontrata con rette da capogiro. Impossibili da sostenere. A quel punto mi sono imbattuta in una pubblicità di una scuola paritaria, con una retta sopportabile. Abbiamo deciso di provare ed ha chiuso l’anno in quella scuola, facendo scienze umane. Ha sostenuto l’esame ed è risultata idonea con una buona media, del 7,5. A giugno però tutto è tornato come prima”.

Tra un mese inizieranno le scuole. Ma non per Mia, ancora alla ricerca di un banco a Roma e Provincia- Cityrumors.it

E’ tornata a rivolgersi alle scuole pubbliche con la speranza di trovare un banco per sua figlia?
“Si. Nel frattempo ho cambiato casa, spostandomi da Talenti al Parco Azzurro, sempre in zona Nomentana, ad un quarto d’ora dalla precedente abitazione, ma nel Comune di Guidonia. Viste le difficoltà incontrate a Roma ho sperato che altri comuni limitrofi potessero aiutarmi. Ma a Monterotondo non c’era posto, Guidonia e Tivoli non mi hanno risposto. La segreteria di una scuola mi ha addirittura chiesto se conoscessi qualcuno, a livello istituzionale, che poteva aiutarmi. Ho provato a rivolgermi ad un mio amico che lavorava in Regione, spiegandogli la situazione assurda che stavo vivendo. Sa cosa ho ottenuto?”

Cosa?
“Mi hanno proposto un posto in un istituto di Ariccia. Ma secondo lei una ragazzina di 14 anni può partire la mattina da Guidonia con i mezzi e raggiungere Ariccia? Deve muoversi dalle tre di mattina per fare in tempo e prendere numerosi mezzi. Una situazione insostenibile. Ma sono certa che mi è stata proposta quella sede sapendo che non avrei mai potuta accettarla”.

“Impossibile pagare le rette delle scuole private. Ma dagli istituti pubblici nessuna risposta”

Ad oggi quindi, qual è la situazione?
“Semplice, che Mia è senza scuola. All’inizio di settembre suonerà la campanella e mia figlia non ha un banco. E l’aspetto peggiore è che lei, a 14 anni, rientra ancora nella scuola dell’obbligo: se io non la mando in un istituto, rischio una denuncia penale. Lei dovrebbe fare il secondo anno. Ho iniziato a mandare mail ovunque. Mi sembra però assurdo pensare che ad oggi nessuno sia stato in grado di ricevermi, di spiegarmi la situazione, di ascoltare le mie vicissitudini. In questi mesi poi, spesso vengo stoppata dal bidello di turno che non passa la mia telefonata in segreteria. Sono pochi gli istituti che hanno almeno avuto la pazienza di ascoltare le mie richieste”.

Per migliaia di studenti si avvicina il momento del ritorno in classe – Cityrumors.it

Ora cosa pensa di fare?
“Sono nella disperazione e nell’ansia più totale. Mia figlia non sa che siamo in una situazione tale. Non ha i social e ho pregato le persone che ci frequentano di non farle leggere i miei sfoghi e gli articoli che parlano della nostra situazione. Emotivamente è piuttosto fragile e non vorrei che avesse ulteriori problemi. Ho continuato a guardarmi intorno, ho chiesto ad altre scuole private, ma le rette non sono alla mia portata. Faccio l’impiegata, alla mia prima figlia penso solo io perchè non ho un euro di mantenimento dal padre, divido il mutuo dell’appartamento con il mio nuovo compagno, con il quale ho un’altra figlia. Posso pagare 400 euro al mese di scuola? E non ho intenzione di farle cambiare indirizzo di studi, dopo quello che è già accaduto. Non è giusto. Il diritto allo studio è sancito dalla Costituzione. Posso capire che in qualche paese possano esistere dei problemi, ma che a Roma non ci sia una scuola che possa accoglierci, mi sembra assurdo. Su 20 scuole contattate, posso pensare che una quindicina potrebbero non avere posti a disposizione, ma le altre? Sono convinta che molte preferiscano non avere esterni, soprattutto provenienti da una scuola paritaria”.

Ha trovato altre situazioni simili alla sua?
“Sono certa che esistano altre persone che vivono la mia stessa situazione, ma preferiscono non esporsi. Io ci metto la faccia, e lo faccio con un unico obiettivo: permettere a mia figlia di poter studiare, come è giusto e normale che sia”.

 

 

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