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Cronaca Roma

Incredibile, ma vero: la rosetta non è romana. La verità sconvolge tutti

Resta sicuramente la forma di pane più conosciuta a Roma e non solo, ma nasconde un piccolo segreto sulla sua vera provenienza

Grano, segale e frumento, ecco gli ingredienti base per ottenere il pane, l’alimento principale per gran parte della popolazione che bisognava assicurare a tutti, come sostenevano i romani duranti gli anni ruggenti dell’Impero. Ma forse non tutti sanno che furono gli egizi a scoprire per primi la magia della “lievitazione naturale” che rendeva possibile, a qualche ora di distanza, creare quel panetto soffice che poi cotto sul fuoco regalava quella fragranza arrivata praticamente fino ai giorni nostri.

La storia della rosetta di pane di Roma – Romacityrumors.it –

 

In confronto a egiziani e greci, a Roma il pane entrò più tardi nell’uso quotidiano, soltanto verso la fine del periodo della Repubblica e la sua cottura fu introdotta nel 168 a. C., a opera di alcuni schiavi catturati in Macedonia dopo la sconfitta del re Perseo. Poi la panificazione divenne una delle arti dove i romani cominciarono a eccellere in Italia e il pane divenne uno degli alimenti simbolo e una tipica rosetta non poteva mai mancare sulla tavola dei cittadini della Capitale.

La tipica ciriola romana – Roma.cityurmors.it –

 

La tipica rosetta

Roma ha quindi sempre avuto una sua storia e una sua tradizione ben precisa nella panificazione e la famigerata, quanto popolare rosetta, resta una vera e propria istituzione nei panifici della città. Una forma tipica, quasi iconica che ha saputo resistere alle nuove mode tra ingredienti e cotture diverse. Spaccare a metà una rosetta e farcirla con qualcosa di salato, dal prosciutto, alla mortadella, dal salame a del formaggio, resta una delle merende preferite da parte di tutti i romani. La particolarità di questo pane infatti è il vuoto al suo interno, perchè non ha la mollica, perfetta quindi per essere riempita di quello che più ci piace. Si realizza da sempre con la farina bianca raffinata e il lievito di birra stabile e a Roma si impose nelle panetterie soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, col boom economico degli anni ’50. Oggi il mercato sta cambiando e i forni tradizionali che la producevano sono sempre meno, sostituiti da quelle panetterie moderne che preferiscono produrre pane a lievitazione naturale e altre varietà internazionali, che più per moda che per una vera e propria esigenza, preferiscono seguire altre tendenze e produrre pane con altri ingredienti aggiunti o farine particolari, anche per poterlo mettere sui banchi in vendita a un prezzo più alto e avere un margine di guadagno più alto.

 

Il vero pane di Roma

La rosetta però per i romani è più di un semplice pane, è un vero e proprio simbolo della città, una città che comunque si adatta e si trasforma, ma che rischia di perdere pezzi della sua storia lungo il cammino. Anche se non tutti forse sanno che la rosetta non è il primo pane della Città Eterna, bensì Il panino tipico della Capitale resta la ciriola, un pane che si presenta con una crosta croccante all’esterno e una morbida mollica all’interno. La ciriola era la base del pane in vendita nei forni della città, aveva il vantaggio infatti di essere più economica e di conservarsi a lungo, a differenza della rosetta che richiede freschezza per mantenere la sua fragranza e non diventare gommosa.

 

Mauro Simoncelli

Romano di nascita, giornalista, scrittore, appassionato di sport e non solo. Mi piace informarmi e informare su tutto ciò che accade intorno a noi. Da sempre collaboro con giornali e tv e mi arricchisco attraverso il contatto quotidiano della radio. Oggi scelgo l’informazione quotidiana a tutto campo con passione e determinazione.