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Cronaca Roma

Emanuela Orlandi, l’appello al Papa del fratello Pietro: “Alzi la voce”

Mi piacerebbe una parola di Papa Francesco, visto che ha chiesto l’apertura di questa inchiesta in Vaticano, che alzasse un po’ la voce”. 

Da piazza Cavour a Roma, Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, lancia un appello a Papa Francesco affinché vengano velocizzate le indagini sul rapimento della cittadina vaticana, scomparsa il 22 giugno del 1983.

Pietro Orlandi (Ansa Foto) – roma.cityrumors.it

“Capisco che il Papa abbia altri problemi, ma non resti in silenzio”

Dovrebbe dire – continua – io vi ho detto di andare avanti e stiamo ancora così?”. Pietro non ha mai smesso di cercare la verità sulla storia della sorella e lo ha fatto anche ieri, nel giorno del compleanno di Emanuela. “Una parola per dire stiamo facendo qualcosa, vogliamo arrivare alla verità quanto prima. Capisco che il Papa abbia altri problemi, ma perché rimanere in silenzio?”. 

Pietro Orlandi: “Faccio quello che va fatto”

Sono passati 40 anni, “chiedo giustizia: faccio solo quello che va fatto. Mi auguro che entro febbraio possa partire la Commissione parlamentare, cerco di essere ottimista”, ha aggiunto Pietro durante la manifestazione che organizza tutti gli anni vicino alla casa dove la sorella scomparve nel 1983.

La Commissione parlamentare di inchiesta

La Commissione parlamentare di inchiesta è stata istituita molte settimane fa. “All’inizio avevo dei dubbi: temevo rallentamenti. Tutti mi stanno dicendo che si farà presto. La Procura non ti dice mai cosa sta facendo, ma so che stanno lavorando: mi hanno detto che il pm Stefano Luciani, il magistrato di Roma che si occupa dell’inchiesta, sta lavorando parecchio. Dal fronte del Vaticano, l’ultima uscita del promotore di giustizia Diddi mi è dispiaciuta, ma forse voleva intendere altro. Ha detto “arriveremo alla fine, ma non abbiamo limiti di tempo. Una frase del genere dopo 40 anni non puoi dirla. Due, tre nomi che ho presentato a lui erano importanti e alcuni, a distanza di un anno, non li hanno ancora chiamati. Quello che non accetto è che si insinui sulla famiglia, com’è stato accusare mio zio”. 

Pietro Orlandi, Emanuela Orlandi (Ansa Foto) – roma.cityrumors.it

Pietro Orlandi è fiducioso sul lavoro della Commissione parlamentare di inchiesta, “perché nonostante dal Vaticano abbiano fatto capire di non volere questa commissione, quando Diddi si è presentato al Senato e ha detto: “Noi la vediamo come una intromissione perniciosa dell’ottimo lavoro che stiamo facendo” è stato come dire fatevi gli affari vostri. Ma il fatto che il Parlamento abbia agito in modo diverso significa non accettare questo tipo di imposizione. Mi piacerebbe che la Commissione mi convocasse subito, come sono stato convocato da Diddi, e presenterei lo stesso memoriale depositato in Procura e allo stesso promotore”. 

Alla Commissione, conclude, “consiglierei di non partire da zero, ma di ascoltare le persone relative a fatti avvenuti di recente: la questione di Capaldo, dei due emissari vaticani che sono andati in Procura”.