Il presidente della Lazio ancora una volta ha reso dichiarazioni contro l’ex capo degli Irriducibili arriva ls replica stizzita dei familiari
Il caso ultras di Milano con connivenze tutte da accertare con le società di Milan e Inter, hanno fatto parlare del tema il presidente Lotito che, ricordando quanto accadde nel 2009, quando ebbe problemi con la Curva Nord laziale, ha citato episodi a lui accaduti.
Lotito ha ricordato quando lo chiamò Diabolik e lui rispose di essere l’ispettore Ginko, una cosa che fece sorridere all’epoca e qualcuno ancora adesso ogni volta che lo fa sorridono, non è lo stesso per i famigliari che la vedono come una cosa di cattivo gusto, soprattutto adesso che Fabrizio Piscitelli, Diabolik, non c’è più, da ricordare che fu ucciso con un colpo di pistola alla testa ad agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti, al Tuscolano.
Per la mamma le parole del presidente Lotito non sono state gradite anche perché si parla di cose per cui ancora la giustizia deve fare il suo corso e lo rammenta la patron della Lazio che “sta parlando di un processo di 20 anni fa con sentenza di primo grado nel gennaio 2015. Nonostante il clamore mediatico di allora a oggi non e’ stato mai celebrato l’appello. Si e’ mai chiesto perché? Io si. Corre l’anno 2024 e alle porte c’e’ il 2025 e senza una sentenza di appello e/o Cassazione nessuno può essere considerato penalmente responsabile”, le parole della mamma di Fabrizio Piscitelli che poi a riguardo aggiunge: “Negli atti processuali a cui fa riferimento nella sua ultima dichiarazione pubblica forse non ricorda anche le numerose incongruenze emerse”.
La madre di Diabolik parla all’Agi per rispondere alle dichiarazioni rese dal presidente Lotito che ha citato il figlio non solo per quella telefonata ma anche per altro: “Se la memoria non mi tradisce per esempio vi erano telefonate anonime che provenivano dalla sua stessa abitazione e biglietti minacciosi sempre di indubbia provenienza in un’abitazione saltuaria e poco nota. Detto ciò, mi duole constatare quanto l’incontro con mio figlio che si presento’ come ‘Diabolik’ e lei come ‘Ginkgo’ sia rimasto cosi’ impresso nella sua mente. Non vorrei pensare che si sia talmente calato nella parte di ispettore, da non riuscire a uscirne”.
“Lotito parla ma dal regno dei morti non ci possono essere contraddittori…”
Rivolgendosi al presidente della Lazio, la mamma constata una cosa che non è proprio da sottovalutare, ovvero che Claudio Lotito parla del figlio, ma il figlio non può più dire nulla a riguardo: “Dal regno dei morti non possono arrivare contraddittori, smentite o semplicemente altre verità. Giocare con l’assente, con chi non può difendersi serve solo a rinnovare il nuovo volto della follia cioè quella di credersi e di imporsi come un ‘vero’ io. In pratica credere di essere il proprio Ego. La mia condizione di credente mi permette di pensare a Fabrizio sereno in paradiso avendo espiato tutte le sue colpe con una morte terribile”.
E, su questo aspetto, si rivolge a Lotito e gli chiede: “A lei questo non basta? Suvvia, conservi la sua tempra morale e la figura integerrima che lei tenta di rappresentare anche nelle vesti dell’ispettore ‘Ginko’ rispettando il fumetto fino in fondo”.
“Si riconcilii simbolicamente con il nemico intelligente e acerrimo che non puo’ ormai piu’ catturare e lo lasci riposare in pace! Sono sicura che grazie al suo animo nobile, alle qualita’ etiche e morali puo’ farcela a riporre la maschera di ispettore ‘Ginko’. Anche perche’ ‘Diabolik’, o meglio, mio figlio le ricordo che non c’e’ piu'”, conclude