“Ponti di Solidarietà”: la Chiesa tende una mano al Venezuela 

Da almeno un paio d’anni il Venezuela rappresenta la principale emergenza umanitaria di tutto il continente americano, con una quantità di migranti non lontana dai numeri della Siria, dell’Ucraina, dell’Eritrea e della Nigeria. 

Per rispondere all’appello di Papa Francesco a correre in soccorso del popolo venezuelano, la Santa Sede (Dicastero dello Sviluppo per il Servizio Umano Integrale, sezione Migranti e Rifugiati) e otto Conferenze Episcopali latino-americane (Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Uruguay) hanno lanciato il progetto “Ponti di Solidarietà”.

Il progetto vuole operare in tutta l’America Latina a beneficio dei migranti venezuelani (e non solo) favorendo l’accoglienza materiale, l’assistenza legale, l’acquisizione del permesso di soggiorno, l’inserimento nel mondo della scuola e del lavoro, la sensibilizzazione della popolazione, la formazione degli operatori umanitari.

Le informazioni e i servizi offerti dal progetto “Ponti di solidarietà” saranno utili al migrante anche per sapere “che cosa lo aspetta dall’altra parte”, difendendolo “da informazioni deviate che possono sconvolgere la sua vita e la sua esperienza”.

Il progetto “Ponti di Solidarietà” è stato programmato per un arco temporale di due anni, con lo stanziamento complessivo di 800mila euro, tra fondi delle Conferenze Episcopali e donazioni private.

È difficile quantificare il numero di migranti coinvolti in quest’opera di accoglienza, tuttavia è verosimile parlare di “diverse centinaia di migliaia”.

Luca Marcolivio

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