“L’Infinito” di Leopardi: il manoscritto esposto a Roma

Il celebre componimento poetico “L’Infinito” di Giacomo Leopardi sarà oggetto di ciclo di iniziative, di qui al bicentenario della sua creazione, avvenuta a Recanati nel settembre 1819.

Per iniziativa di Davide Rondoni, poeta e scrittore, è stato lanciato “Infinito 200”: convegni, dibattiti ed esposizioni, promossi dal Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna, in collaborazione con il Pio Sodalizio dei Piceni e il patrocinio del MiBACT. Il progetto ha già fatto tappa in Egitto, al Cairo e a Verona.

“L’Italia non è mai stata unita dalla politica ma dalla cultura che è sintesi di movimento spirituale, desiderio di bellezza e condivisione del cuore”, ha dichiarato Davide Rondoni. 

Giovedì scorso, nei locali dei Musei di San Salvatore in Lauro a Roma, il taglio del nastro di una piccola ma significativa mostra di alcuni manoscritti leopardiani, tra cui spicca proprio “L’Infinito”, messi a disposizione dal Comune di Visso, dove sono attualmente custoditi, ma non visitabili, a causa del terremoto del 2016.

Come ricordato dal professor Andrea Gareffi, “L’Infinito” nasce nel 1819, a seguito di una lunga convalescenza del ventunenne Leopardi, per sei mesi “recluso” nella propria stanza per una malattia agli occhi. Il recupero della vista da parte del poeta produsse il tumulto di emozioni che vennero sintetizzate nel suo primo capolavoro in versi. 

La mostra con i manoscritti di Leopardi, comprendente anche ritratti e busti marmorei del poeta, sarà aperta tutti giorni tranne i festivi, fino al 9 giugno 2018, dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.

Luca Marcolivio

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