San Giuseppe Meazza da Milano

Giuseppe Meazza, è stato uno dei più grandi calciatori della storia della nazionale italiana,nonché allenatore di calcio e dirigente sportivo italiano. Nato a Milano il 23 agosto 1910 e morto a Lissone il 21 agosto 1979 a seguito di un’estenuante malattia al pancreas, è considerato da alcuni il più grande giocatore italiano di tutti i tempi (almeno fino ai primi anni duemila) se non il più grande nell’immediato dopo guerra; passato alla storia per aver legato la sua carriera all’Inter, dove ha giocato per 14 stagioni, divenne il 4° miglior marcatore di tutti i tempi della storia della Serie A con ben 216 reti, conquistando in nerazzurro 3 titoli di campione d’Italia e una Coppa Italia. Con la nazionale ha vinto il campionato del mondo nel 1934 e nel 1938, rimanendo tutt’ora il secondo miglior marcatore degli azzurri, dietro al solo Gigi Riva. Oltre alle ben note doti di calciatore, centrocampista ed attaccante all’occorennza, divenne giornalista e allenatore. Dopo la sua morte, il 2 marzo 1980 gli venne intitolato lo stadio di Milano in onore della sua splendida carriera e del suo attaccamento alla maglia nerazzurra. Qualità tecniche indiscusse, giocatore dalle lapalissiane doti di velocista che spesso inducevano gli avversari ad una marcatura inefficacie, come lo storico giornalista Giovanni Arpino definiì, indicando, oltretutto, che spesso i difensori non riuscivano a tenergli testa proprio in virtù di qualità tecniche innate. Bomber di razza, spesso saltava il persino il portiere tanto da attribuire il suo nome a tale giocata, la cd. rete “alla Meazza”.

Giocatore di altri tempi, uno di quelli che ha imparato a giocare per strada, con il pallone fatto di pezzi di stracci e con i bambini del quartiere riuniti sotto casa per sfidarsi sul cemento. La sua vita sportiva è fatta di tante piccole curiosità. La prima sicuramente riguarda le sue prime scarpette: si racconta che un ammiratore gli regalò quelle scarpette da calcio dell’epoca (parliamo degli anni 20), ovviamente fuori mercato per la famiglia Meazza (perse il padre molto giovane), vendute dallo storico negozio “Brigatti”. Seconda curiosità: fu scartato dal Milan a causa del fisico modesto (come successo a Messi col Genoa)ed entrò molto presto nelle fila dell’Inter, o Ambrosiana – Inter come era chiamata all’epoca. Scoperto dal grandissimo Fulvio Bernardini ed Árpád Weisz, storico allenatore dell’Ambrosiana e del Bologna tragicamente morto nei campi di concentramento tedeschi,fu uno dei più giovani calciatori professionisti ad esordire in prima squadra: si racconta che lo stesso Bernardini fu molto insistente nel far visionare il ragazzino che ci mise poco a farsi riconoscere tra i grandi nonostante qualche nomignolo (lo chiamavano il giovane Balilla perché effettivamente era molto piccolo quandò esordì) dei suoi ben più grandi compagni di squadra. Purtroppo la sua carriera di calciatore è stata avversata da un brutto infortunio a soli 28 anni, allorquando un’occlusione dei vasi sanguigni al piede sinistro lo tenne lontano dai terreni di gioco per oltre un anno, il cd. piede gelato. nonostante il ritorno in campo, non fu la stesso Meazza che aveva illuminato la cronaca sportiva fino agli albori della seconda guerra mondiale. Da allenatore fu il primo italiano ad allenare una squadra straniera, il Beşiktaş, divenendo in seguito anche dirigente nelle vesti di responsabile del settore giovanile dell’Inter. Che dire. Meazza è il papà di tutti i calciatori italiani ed oggi vogliamo ricordarlo così, come una delle sue galoppate nella metà campo avversaria….salta il portiere….e GOL!

di Luigi Colucci

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