Iromani non vogliono più pagare la Tari

Roma è invasa dai rifiuti e con l’arrivo dell’estate e delle elevate temperature,  non è più solo una questione di igiene e degrado ma a colpire è il nauseante odore proveniente dai rifiuti abbandonati per le strade.

Conseguenza di tale situazione  è l’impennata di richieste per il dimezzamento della Tari, la tassa sui rifiuti. Dalla Cassia all’Eur cresce vorticosamente il numero di famiglie che chiede il rimborso.

Già un anno fa il Codacons ha lanciato una class-action per ricevere rimborsi. Sono 300 le famiglie che hanno scaricato il modulo per ottenere un abbattimento dell’80% sull’imposta. Il motivo è dovuto alle conseguenze dei rifiuti che non vengono raccolti che hanno reso l’aria irrespirabile. Il disagio si è concentrato in diverse zone di Roma, da San Lorenzo, a corso Trieste e al Salario, quest’ultimo in particolare sta creando una situazione insostenibile.

 

Spiega Sergio Caselli del comitato di quartiere: “Ai cattivi odori  siamo purtroppo abituati da anni, adesso però la situazione è drammatica anche in ragione dell’immensa quantità di rifiuti dentro all’impianto, i miasmi si percepiscono anche a Prati Fiscali, viale Somalia, piazza Vescovio, tutte aree che negli anni passati non risentivano del problema”. Una protesta montata a colpi di ricorsi, che ha investito molte altre zone del II Municipio. “Dopo non aver ricevuto alcuna risposta dall’Ama alle nostre diffide – racconta Massimo Santucci, un rappresentante del comitato dei cittadini di piazza Verdi – ci stiamo organizzando per adire alle vie legali. Siamo intenzionati a fare ricorso e chiedere il dimezzamento della tariffa sia per il disservizio e sia per la mancata raccolta”.

Proteste e malumori  si registrano in svariati quartieri della capitale, dalla Balduina, dove i cittadini si stanno organizzando in un ricorso collettivo, a  Tor Sapienza,  Centocelle o alla Rustica.

Ciò nonostante è  in arrivo per luglio  “stangatina”. “Quasi 400 milioni da pagare entro fine mese della prima rata della tariffa rifiuti, complessivamente – riporta il Messaggero – tra le due tranche, a carico dei cittadini ci sono i 771 milioni di euro che equivalgono al costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nella Capitale”.

Da rilevare, comunque, che se il servizio di smaltimento rifiuti resta inferiore al costo è colpa anche dell’evasione. Dai i documenti contabili emerge come, negli ultimi sei anni,  il quantum non ancora versato nelle casse dello Stato ammonti a  1,3 miliardi di euro . “Eppure – spiega il Messaggero – nella Capitale la percentuale di morosità non è particolarmente alta : intorno al 15% contro il 25 di Milano”. Il problema è la scarsa capacità di recupero degli arretrati da parte del Campidoglio, stimata intorno al 30/35% . Insomma non sono molti quelli che non pagano, ma chi lo fa ha ottime probabilità di sfuggire dalle grinfie dell’amministrazione”.

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