Roger Waters: una voce contro la guerra

Nei giorni dell’intervento militare anglo-franco-americano in Siria si è notato il silenzio degli intellettuali e degli artisti, normalmente assai sensibili alle istanze antimilitariste. 

Tra le poche eccezioni, Roger Waters. Durante un recente concerto in Spagna, lo storico fondatore e frontman dei Pink Floyd ha dichiarato: “Se credessimo alla propaganda, saremmo spinti ad incoraggiare i nostri governi a buttare bombe”, e ciò sarebbe “un errore di proporzioni monumentali per tutti noi come esseri umani”.

Ciò che dovrebbe fare ogni cittadino occidentale, secondo l’ex Pink Floyd, dovrebbe essere semplicemente convincere i governi “a non andare da nessuna parte e a non buttare bombe”.

Come molti musicisti della sua generazione, Waters è sempre stato un pacifista convinto, esprimendo a più riprese il suo pensiero nelle proprie canzoni. 

Nell’ultimo album da lui realizzato assieme ai Pink Floyd – “The Final Cut” (1983) – cantò un brano contro l’intervento militare britannico nelle Isole Falkland: “Not Now John”. Nella canzone da solista “Leaving Beirut”, Waters deplorava la guerra in Iraq, mentre nel 2009 prese parte alla marcia contro il muro di separazione tra Israele e Palestina.

L’antimilitarismo è un tema che sta particolarmente a cuore a Roger Waters, anche a causa della sua tragedia familiare. Il musicista infatti non ha mai conosciuto il padre, sottotenente della marina britannica, caduto nel secondo conflitto mondiale durante lo sbarco di Anzio.

Luca Marcolivio

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