Calciomercato invernale 2018, la sessione dei rimpianti

Quando mi son messo a scrivere questo pezzo son partito con l’idea di stilare il pagellone del mercato invernale delle squadre di Serie A che si è concluso pochi giorni fa. Man mano che andavo avanti la noia ha preso il sopravvento e ho pensato: “Se io che lo sto scrivendo mi sto annoiando così, figuriamoci chi lo legge!”.

Voglio dire, i colpi migliori sono stati messi a segno dalla Spal con Kurtic e dal Sassuolo con Babacar quindi non è che c’era molto da valutare vista la quasi totale sterilità delle squadre del nostro campionato durante questa sessione.

Allora ho cancellato tutto e ricominciato ed eccoci qua a parlare di quello che sarebbe potuto essere ma non è stato perché diciamocelo chiaramente, secondo quando fatto trapelare dagli espertoni che riempiono giornali e programmi tv con notizie volte soprattutto ad illudere il tifoso medio, sono stati più i colpi sfiorati (o finti tali) di quelli effettivamente andati a termine.

Parlando delle prime della classe, le aspettative create promettevano scenari rosei per Napoli e Inter e scenari apocalittici per la Roma ma invece…

I partenopei hanno cercato a lungo qualcuno che potesse far rifiatare ogni tanto Insigne e Callejon e i nomi che si sono susseguiti erano di tutto rispetto. In principio il prescelto era Verdi ma, come detto qui, il ragazzo ha preferito continuare il percorso di crescita nel suo Bologna e ironia della sorte, si è infortunato durante la scorsa giornata dopo appena 5 minuti giocati proprio contro gli azzurri. Poi è stata la volta di Deulofeu e Younes che però hanno ringraziato e rifiutato: il primo si è trasferito al Watford, il secondo è rimasto all’Ajax nonostante sembrava ormai ad un passo dalla firma. L’ultimo tentativo in extremis portava a Klaasen dell’Everton ma anche questa trattativa non è andata a buon fine. In mezzo a questo mare di trattative il nome di Politano, esterno destro del Sassuolo, non è mai uscito dai radar. Lo stesso ragazzo spingeva con la sua dirigenza per poter accasarsi a Napoli e dopo un’estenuante trattativa andata avanti per giorni sembrava si dovesse fare. E invece, nonostante stavolta ci fossero anche le firme, le società non hanno fatto in tempo a depositare i contratti in Lega e il trasferimento è saltato. Una figuraccia quella fatta dalla società di ADL che alla fine è rimasta col cerino in mano, senza acquisti, suscitando l’ira dei propri tifosi.

In casa Inter per un mese intero è stato inseguito il sogno Pastore. Arrivati all’ultima settimana di mercato non c’erano praticamente più dubbi sul fatto che sarebbe arrivato da un giorno all’altro. Il calciatore argentino si era spinto anche a dichiarare davanti alle telecamere che questa era la volta buona per tornare in Italia ma qualcosa, anche qui, è andata storta e la trattativa è sfumata. Certo, non è stata sicuramente una buona mossa dei dirigenti interisti quella di provare ad andare a convincere la società più ricca del mondo ad ottenere un prestito senza poter dare garanzie su un eventuale riscatto ma tant’è. In compenso, si fa per dire, sono arrivati Lisandro Lopez, roccioso difensore argentino che va a completare il pacchetto difensivo a disposizione di Spalletti, e la scommessa Rafinha, dal Barcellona in prestito con diritto di riscatto ma, soprattutto, sono stati ceduti Joao Mario e Nagatomo ammorbidendo così il tetto ingaggi. A differenza di quanto riportato da molte testate e tv il mercato dell’Inter non è da bocciare. Si poteva fare di più? Certamente si poteva fare molto di più, come sempre, magari anche trattando con qualcuno più “morbido” della dirigenza qatariota del PSG. Il rammarico suscitato nei tifosi nerazzurri è però figlio delle aspettative che vengono inculcate dai media per i quali se oggi l’Inter è senza  Pastore in squadra vuol dire che ha fatto un mercato fallimentare ma ci si dimentica che tra le prime sei in classifica è quella che ha fatto di più.

I tifosi della Roma sono invece sollevati perché, sempre secondo le voci, mezza squadra avrebbe dovuto abbandonare la Capitale ma così non è stato perché alla fine è partito il solo Emerson Palmieri, direzione Londra strapagato dal Chelsea, che è stato subito rimpiazzato dal ds Monchi con il terzino sinistro Jonathan Silva proveniente dallo Sporting. Le telenovele Dzeko e Nainggolan si sono chiuse con un nulla di fatto, entrambi sono rimasti sotto la guida di Di Francesco rifiutando le sirene londinesi e cinesi e giurando amore e fedeltà alla maglia giallorossa.

Calma piatta lato Lazio, Milan e Juve. I biancocelesti hanno acquistato soltanto Caceres per completare la difesa mentre rossoneri e bianconeri, come era lecito aspettarsi, non hanno concluso nessun affare in entrata.

Il calciomercato estero è stato sicuramente più divertente: tra Coutinho al Barcellona, Aubameyang all’Arsenal, Giroud al Chelsea, Batshuayi al Borussia Dortmund, Sanchez al Manchester Utd ne abbiamo viste delle belle.

Inutile fare paragoni: ancora una volta la Serie A ha dimostrato di non poter tenere il passo economico dei maggiori campionati europei perché se i maggiori elogi che vengono fatti da noi sono per le operazioni di Sassuolo, Crotone e Spal, beh, qualcosa che non va c’è sicuramente.

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di Giorgio De Giorgi

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